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Avril vs. Britney
Riuscireste ad immaginarla Britney Spears che afferra un microfono e grida: "I want to rock the world".

19.05.2009 - Autore: Matteo Nucci
Riuscireste ad immaginarla Britney Spears che afferra un microfono e mormora un po imbronciata, come se volesse andarsene al più presto: Mah! Per i ragazzi ora è come se non avessi tempo. In fondo mi hanno sempre delusa. Sapete, sono tutti un po scemi? Oppure Britney che si volta e dice: Mi vestirò a modo mio, mi comporterò a modo mio e canterò a modo mio? Sorridente, dolce, romantica, Britney non potrebbe mai ghignare: I want to rock the world. Nessuno se lo aspetterebbe, semplicemente. E del resto chi lo vorrebbe da lei?
Eppure forse inizia a pensarci, la piccola star che sembrava destinata a dettar legge nel mondo dello showbiz musicale. Lidentificazione con il suo stile aveva raggiunto punte significative e sembrava destinata a durare. Mai troppe sicurezze, però. Soprattutto in una dimensione tanto mutevole e incerta. E soprattutto se a venir fuori in un batter docchio, come un ciclone irrefrenabile, è una giovanissima ragazza, bella, aggressiva, determinata, che a Manhattan e L.A. ci è arrivata da sola, perché nata a Napanee, Ontario, in quel paese tanto vicino e tanto strano per gli americani che si chiama Canada.
È venuta giù senza timori, Avril. 16 anni, uno skate, anzi uno sk8, soprattutto una chitarra e la grinta che hanno solo gli adolescenti. Ha iniziato a incidere con musicisti professionisti; non le piaceva il suono; si è rifiutata con fermezza a chi le proponeva di suonare canzoni non sue. Mai una cosa del genere. Non sono una Britney io ha risposto a chi credeva che la si potesse costruire adeguatamente. Non sono qui per ballare e cantare un po di pop. Se nè andata ad L.A., ha trovato la persona giusta, Cliff Magness, e ha inciso quel portento che si sta rivelando Let Go.
Lidentificazione che i ragazzi (e soprattutto le ragazze) provano nei suoi confronti è ben superiore a quella che seppe scatenare Britney. Secondo alcuni, era dai tempi di Madonna che non accadeva niente del genere. Avril è un manifesto di autonomia, indipendenza, capacità di autodeterminarsi e respingere ogni compromesso. Canta il proprio disprezzo per falsità e ipocrisie e invita tutti a fare altrettanto: essere se stessi, niente finzioni. Dare un senso alle proprie ire, non tenersele in gola con passività.
Hockey dinverno, baseball destate, inutile tenerla ferma. Avril ha lanciato se stessa: semplicemente scrolla le spalle e tira dritta di fronte a chi con malizia lascia intendere che sia stata costruita proprio come la perfetta anti-Britney. Ha altro a cui pensare. Non solo il nuovo album e il tour mondiale, ma la necessità di evitare il peso distruttivo del successo. E così ripete che non è cambiato nulla in lei, ma solo fuori di lei, in quelli che le stanno attorno. In fondo già prima cantava sul suo letto immaginando folle di spettatori.
Ora che ci è riuscita però non potrebbe negare che difficilmente può capitare a tutti di tradurre i sogni in realtà. Non è quello che conta sarebbe pronta a rispondere. E forse avrebbe ragione. Unaltra scrollata di spalle. Una smorfia. Un salto. E via!