Asterix torna al cinema, tre ragioni per cui non possiamo smettere di amarlo

Ci sono personaggi che travalicano la generazione in cui sono stati creati e diventano dei classici senza tempo. Asterix e Obelix, i Galli ribelli creati da René Goscinny e Albert Uderzo sul finire degli anni '50, sono senz'altro tra questi.

 

Le avventure di Asterix furono pubblicate prima sulla rivista Pilote, dal 1959, e in seguito nei volumi che abbiamo imparato a conoscere. Per rendersi meglio conto di quanto tempo è passato, un paio di dati: all'uscita della prima storia di Asterix, erano passati solamente quattordici anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e in Francia era ancora vivo il ricordo dell'occupazione nazista. Charles de Gaulle era appena stato eletto presidente della repubblica. E la rivoluzione culturale degli anni '60 era ancora di là da venire.



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Un altro dato? La prima storia di Asterix fu pubblicata in Italia nel 1967 su Asterlinus, supplemento della rivista Linus. Ovvero quarantadue anni fa. E oggi che succede? Che arriva nelle sale Asterix e il segreto della pozione magica, decimo lungometraggio animato dedicato al personaggio di Goscinny e Uderzo, quattordicesimo film in totale e secondo a essere realizzato al computer dopo Asterix e il regno degli dei.

 

Un film che attirerà, come si dice in questi casi, bambini di tutte le età. Albert Uderzo ha ceduto da tempo le redini del personaggio a fumetti ad altri autori, con la precisa volontà di farlo sopravvivere per le future generazioni. Il cinema da sempre gioca una parte importante nella leggenda di Asterix e questo nuovo film, il primo doppiato da Christian Clavier (attore che ha anche donato il suo volto al personaggio nei primi due film live action), non sarà da meno. Ecco tre ragioni per non perderlo e non smettere di amare Asterix e Obelix.

 

Asterix non tradisce. In un mondo di eroi sempre più moralmente compromessi, in cui temi adulti fanno sempre più spesso capolino in storie che, in teoria, sono pensate per i ragazzi, è quasi rinfrescante ritrovare la classicità di Asterix. Le sue avventure sono piene di intrighi, sotterfugi e risse epiche. Ma nessuno si fa mai davvero male, nessuno muore davvero e la violenza è sempre caricaturale quanto basta per non renderla disturbante. Le storie di Asterix e Obelix sono davvero “per tutti” come accade ormai raramente (senza che questo vada a inficiare la qualità di un film).

Asterix lotta per la libertà. La storia editoriale di Asterix inizia, come detto, nel 1959. La Francia aveva superato un periodo cupissimo di occupazione da parte di un regime fascista e stava rialzando la testa con de Gaulle. Non appare casuale, dunque, la scelta di Goscinny e Uderzo di realizzare un fumetto su un gruppo di Galli testardi che resiste all'invasione romana orchestrata da Giulio Cesare. Un messaggio che però oltrepassa le Alpi ed è comprensibile anche a noi, come a tutto il resto del mondo. Un messaggio che, vero, oggi potrebbe anche essere distorto e manipolato da tutte le forze separatiste e sovraniste che stanno alzando la voce. Ma che, nelle intenzioni degli autori, era un inno al bisogno umano di essere liberi e indipendenti.



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Asterix e i suoi amici. Se c'è una cosa che, ancora oggi, fa impazzire delle storie di Asterix è il cast di supporto. A cominciare ovviamente da Obelix, gigante buono, golosissimo e irascibile che incarna tutti i difetti franco-gallici. E poi ci sono Idefix, il fedele cagnolino di Obelix. Panoramix, il druido che ha inventato la pozione magica che dona ai protagonisti la super-forza necessaria per tenere a bada i romani. Abraracourcix, il capo del villaggio. Falbalà, la ragazza più carina del villaggio che ha rubato il cuore di Obelix. E tanti altri, compreso Giulio Cesare e i romani che, per una geniale trovata del doppiaggio italiano, parlano in romanesco.