Forse non era proprio così, ma vogliate perdonarci, questa è una delle prime reazioni avute stamani alla notizia – comunicata dal sito Deadline – che Arnold Schwarzenegger tornerà a sessantatre anni suonati a interpretare il ruolo di Terminator nel quinto episodio del franchise post-apocalittico.

Si tratta di una saga che difficilmente è riuscita a mantenere la qualità dei primi due film diretti da James Cameron: nonostante gli incassi mondiali abbiano sempre superato i trecento milioni di dollari, “Terminator 3” si ricorda solo per essere una lunga fuga senz’anima che scimmiottava i suoi predecessori, mentre “Terminator Salvation” si ricorda soprattutto per la prova svogliata di Christian Bale (che all’epoca perse la brocca contro il suo direttore della fotografia).
Adesso a raccogliere l’eredità di Cameron ci sarà Justin Lin, regista il cui concetto di versatilità si limita a pellicole come “Fast and Furious: Tokyo Drift”, “Fast and Furious – Solo parti originali” e “Fast and Furious 5” (e chissà, forse anche il già annunciato sesto capitolo).

Nonostante non mettiamo in dubbio la versatilità di Schwarzy - che da action star è passato ad attore comico, per poi tornare all’azione, finendo per governare lo Stato della California – è inevitabile avere qualche dubbio sul suo T-101 nel ventunesimo secolo. Il progetto rimane comunque nelle fasi iniziali di sviluppo: bisognerà vedere chi riuscirà ad ottenere i diritti del franchise, attualmente tenuti d’occhio da Lionsgate, Universal e Sony.