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American Pie vent'anni dopo, riscopriamo il cult che ha segnato una generazione

Il film con Jason Biggs spegne venti candeline. Ecco perché all'epoca ebbe un tale impatto

American Pie

09.07.2019 - Autore: Marco Triolo
Jason Biggs, Seann William Scott, Mena Suvari, Tara Reid. Ve li ricordate? Per un po' sono stati delle star, tra il 2000 al 2010 hanno interpretato svariati film e poi sono un po' svaniti nel nulla. Tara Reid ha tenuto duro con la saga di Sharknado, ma ha dovuto accettare di trasformarsi in un meme per tenere insieme la sua carriera. Mena Suvari sembrava destinata a essere la next big thing con American Beauty, e invece niente. Seann William Scott è riemerso di recente grazie alla serie Lethal Weapon, e non ha mai smesso di lavorare, ma i tempi d'oro sono lontani. Jason Biggs è dovuto passare alla televisione e la cosa più importante che ha fatto negli ultimi anni è stata la serie Orange is the New Black.
 
Nessuno di loro è diventato una star a vita, nessuno è riuscito a capitalizzare sul film che li ha lanciati ormai vent'anni fa. Esatto, sono passati vent'anni da American Pie, uscito in USA il 7 luglio 1999. Fu un tale successo che, se abbiamo sentito parlare dei nomi di cui sopra, lo dobbiamo solo a quel film. Una teen comedy a suo modo epocale, che riuscì a imporsi su chi all'epoca frequentava il liceo e si ritrovava nei problemi degli amici protagonisti.

American Pie aveva una premessa molto semplice: quattro amici “sfigati” fanno un patto, perdere la verginità prima della fine del liceo. La serata prescelta è quella del prom, il ballo di fine anno, e i quattro metteranno in atto una serie di piani – tutti per conto proprio – pur di raggiungere l'obbiettivo. Al centro c'è Jim (Biggs), vero protagonista del film. Jim ha un padre (Eugene Levy, che ruba la scena a destra e a manca) che fa di tutto per aiutare il figlio con le ragazze. Gli compra riviste pornografiche, gli dà consigli sessuali. Jim naturalmente non vuole sentire quelle cose da suo padre e respinge l'aiuto dell'entusiasta genitore.
 
È Jim a venire umiliato di più, in un gioco al massacro fatto di scherzi sempre più pesanti, volgari e per questo iconici. Pensiamo solo a quel bicchiere d'acqua con “l'ingrediente segreto”, al lassativo usato per umiliare un amico davanti a tutti (ma “è un film”, anche le cattiverie peggiori vengono dimenticate con una scrollata di spalle), al compagno di classe antipatico che se la fa sotto davanti a tutti e, nella vita reale, probabilmente si sarebbe suicidato. Ma Jim fa di meglio. Jim viene trovato dal padre mentre si masturba in cucina usando una torta di mele. Jim viene accidentalmente ripreso in diretta mentre tenta di sedurre in maniera maldestra una bellissima studentessa straniera (Shannon Elizabeth, e chi se l'è scordata più da allora?) e soprannominato “Flash” per le due eiaculazioni precoci che regala al suo pubblico.

Se volessimo proprio leggere qualcosa di più di questo in American Pie, potremmo far notare come i genitori siano individui senza nome. Levy è “Jim's Dad”, Jennifer Coolidge è “Stifler's Mom” (altro personaggio leggendario). Lo strappo post Generazione X è completo, la gioventù americana non si ritrova nei valori dei genitori, per quanto questi possano avere buone intenzioni. Nessuno può insegnarti a diventare adulto, lo devi fare contando sulle tue sole forze.
 
Ma è davvero leggere troppo in un film che non voleva essere altro che intrattenimento da popcorn in una sera d'estate. E, in questo, risultò imbattibile. American Pie avrebbe potuto essere un prodotto studiato a tavolino, dalla tematica alla struttura a episodi, fino alla puntuale colonna sonora contenente brani di Blink-182 (che apparivano in un cameo) e Sugar Ray. Ma invece, per qualche miracolo, uscì un film molto spontaneo e onesto: Paul e Chris Weitz capirono che l'unico modo per raccontare un momento ridicolo nelle vite di chiunque era ridicolizzarlo.

 
Tanto per comprendere la portata del film: se il termine MILF è entrato nel linguaggio quotidiano lo dobbiamo ai due idioti (John Cho e Justin Isfeld) che lo usavano come slogan nel film.
 
American Pie generò una saga proseguita fino al 2012 con tre sequel e quattro spin-off. Il primo, American Pie 2, uscì nel 2001 e fu altrettanto un evento. Andare a vederlo al cinema era come ritrovare vecchi amici persi di vista dopo la maturità, indipendentemente dal fatto che fosse un sequel fotocopia.
 
La saga ha poi sterzato verso le responsabilità e il senso di nostalgia che arrivano con l'età adulta, dimenticando la leggerezza che aveva fatto del primo un così grande successo. In un certo senso, i film sono cresciuti con il loro pubblico: sapevano di doversi riferire sempre alle stesse persone, perché il primo American Pie era stato cucito su un target così preciso da non poter aspirare a coinvolgere altri pubblici. Ed è per questo che molti di noi non hanno più rivisto American Pie da allora: è qualcosa di fortemente legato al momento, a quell'attimo che non si ripeterà più. Forse è arrivato il momento di dargli una seconda chance.