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Al TFF l'omaggio a Corso Salani

"Caro Corso," intende essere un momento per ritrovare al di là di qualsiasi malinconica rievocazione il cinema di Corso Salani

Corso Salani

30.11.2010 - Autore: Nexta
E' dalla volontà di ricordare in amicizia e nel segno sempre vitale del suo cinema, che nasce "Caro Corso,", l'omaggio che il 28° Torino Film Festival dedica domani sera (ore 19.30, Sala Greenwich 3) a Corso Salani, straordinaria figura di cineasta indipendente italiano, fiorentino di nascita e apolide per vocazione, scomparso lo scorso 16 giugno all'età 48 anni, nel pieno di una attività artistica che lo aveva visto autore di numerose opere spinte ai confini geografici e ideali del cinema (da "Gli occhi stanchi" a "Occidente", da "Palabras" a "Il peggio di noi"), oltre che interprete dei film suoi e di altri autori ("Il muro di gomma" di Marco Risi, per non citare che il più famoso).

"Caro Corso," - scritto così, con la virgola, come fosse l'inizio di una lettera collettiva che il festival e i suoi amici gli dedicano - intende essere un momento per ritrovare al di là di qualsiasi malinconica rievocazione il cinema di Corso Salani. Per questo il Torino Film Festival ha pensato di affidarsi ai contributi (video-lettere, immagini, frammenti dai suoi film) chiesti ad alcuni amici di questo cineasta che tante volte è stato sotto la Mole come autore, giurato, ospite, lasciando sempre il segno di quell'amicizia e di quella passione che caratterizzavano la sua esistenza e il suo rapporto totale con il cinema.

Nel corso della serata verranno presentati sette cortometraggi realizzati per l'occasione da filmmaker e critici che sono stati particolarmente vicini a Corso Salani: Mauro Santini ("Dove non siamo stati"), Giovanni Maderna ("Viaggi che hai fatto, viaggi che non hai fatto (I've Been There, Not There)"), Carlo Michele Schirinzi ("Frammenti da un confine"), Gianluca e Massimiliano De Serio ("Oriente"), Enrico Ghezzi ("(This Island Earth) Corso circuito rimonta impossibile"), Giuseppe Gariazzo e Grazia Paganelli ("Radio Balaton") e Francesca Bea e Sergio Sozzo di "Sentieri Selvaggi" ("L'unico cineasta felice").

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