NOTIZIE

Alì contro Amelie

Alì contro Amelie

Copertrina Alì Amelie

04.01.2002 - Autore: Ludovica Rampoldi
A Kinshasa, Zaire, nel 1974, due campioni si sfidano per il titolo mondiale dando vita a una delle più belle e leggendarie battaglie della storia. Gorge Foreman è luomo da battere, pugile massiccio e taciturno, uomo di poche ma minacciose parole e un pastore tedesco sempre al fianco. Il suo rivale, Muhammad Alì, è più mingherlino e loquace e ha lAfrica intera dalla sua parte. Tutti si aspettano che Alì danzi agile intorno al colosso Foreman. Alì invece incassa colpi come un sacco per innumerevoli round, soffre, subisce. Ma quando Foreman è ormai sfinito, quando la lotta è giunta al parossismo, mentre Miriam Makeba canta la sua sinistra litania, ecco che arriva elegante il colpo di grazia a riportare Alì sul tetto del mondo. Un mondo dal quale era stato ingiustamente detronizzato.   Era questo il teatro di Quando eravamo re, uno dei più bei film-documentari sullo sport che sia mai stato realizzato. Ora il grande Muhammad Alì torna sullo schermo con il film di Michael Mann, Alì, ed ha un altro nemico da battere. Una ventenne di Montmartre dagli occhi neri e profondi, pronta a trasmetterci il suo grande amore per la vita. Il suo nome è Amelie Poulain, fatina buona del cinema che riscuote lodi e consensi ovunque vada. Il favoloso mondo di Amelie, lultimo film di Jeunet (Alien-The Resurrection, Delicatessen) ha fatto man bassa di tutti i premi internazionali a cui ha partecipato, ed è in pole position per lOscar a scapito della Stanza del figlio.   Chi ha visto Il favoloso mondo di Amelie è rimasto affascinato dal suo elogio della bontà senza melassa, un raro cocktail di grazia ed umorismo. Una ragazza di ventidue anni, che si mantiene facendo la cameriera in un bar di Montmartre, decide di dare un nuovo senso alla sua vita: il suo nuovo compito sarà rendere felici gli altri. Ne viene fuori una bella favola leggera e frizzante come la protagonista, una deliziosa Audrey Tautou, pronta per affascinare il mondo intero come una poesia di Prevert.   Alì ha altri colpi per andare alla conquista del mondo. Innanzitutto si presenta con un biglietto da visita non indifferente, avendo scansato dal primo posto della classifica natalizia statunitense nientemeno che lattesissimo Signore degli Anelli. E uno straordinario Will Smith a interpretare il pugile leggendario, e chi ha visto Sei gradi di separazione sa che Smith sa cimentarsi con successo nei ruoli di spessore drammatico. Il film di Michael Mann (The Insider, Heat) ripercorre la storia del pugile sullo sfondo dellAmerica degli anni 60. Gli anni dei conflitti razziali, di Malcolm X e della conversione allislam. Dal suo primo combattimento, quando era ancora Cassius Clay, al titolo mondiale vinto nel 1963 contro Sonny Liston, che gli venne tolto per la sua diserzione al Vietnam, fino alla riscossa finale nel leggendario incontro di Kinshasa.   Alì e Amelie, due film che si annunciano molto diversi ma che si contenderanno il primato dellanno nascente a colpi di incassi. Vincerà lo spessore di Alì o il delicato candore di Amelie, la storia che si fa leggenda o la fantasia poetica? Alla fine, speriamo, quello che troveremo nei muscoli agili e pronti a colpire di Alì come negli occhi grandi e profondi di Amelie, sarà la grazia, la leggerezza che danza sul dolore grave del mondo.