NOTIZIE

Addio Ingmar Bergman

Questa mattina è scomparso Ingmar Bergman, uno dei più grandi cineasti del XX secolo. Stando ai racconti della sorella Eva, sembra che la morte lo abbia raggiunto serenamente.

Ingmar Bergman

30.07.2007 - Autore: La Redazione
In un località delle isole Faroe (Danimarca), si è spento questa mattina il cineasta Ingmar Bergman all’età di 89 anni. Stando ai racconti della sorella Eva, sembra che la morte lo abbia raggiunto serenamente.

Considerato uno dei registi più importanti del secolo appena trascorso, Bergman ricette nel 1997 la ‘Palma d'oro delle Palme’ alla 50/ma edizione del Festival di Cannes mentre nel 1970 Hollywood gli consegna un prestigioso Oscar alla carriera. Accanto a Chaplin, Ford, Kurosawa, Fellini e pochi altri, il nome di Ingmar Bergman lo si accosta per antonomasia alla lista dei grandi maestri della settima arte. Da circa dieci anni il maestro svedese aveva abbandonato il grande schermo per il teatro e, in misura minore, per la televisione. 

Dopo “Fanny e Alexander” (1985), cinque ore per la tv ridotte a tre per il cinema e con il quale vinse il suo terzo Oscar, Bergman si ritira nella sua casa di Karlaplan (Stoccolma) per leggere e scrivere di teatro.  L' esordio sul grande schermo, dopo un' importante esperienza teatrale come regista al Teatro Reale dell’Opera di Stoccolma, avviene con la sceneggiatura di “Spasimo” di Alf Sjoberg (1944). Dell' anno successivo è la sua prima regia, “Crisi”. I film dei primi dieci anni di attività, da “Crisi” a “Sorrisi di una notte d' estate” (1955), sono caratterizzati da una vena malinconica e melodrammatica.

Il primo capolavoro è certamente “Il settimo sigillo” (1956), cui segue “Il posto delle fragole” (1957, tra i più premiati del regista) e “Il volto” (1958). Dopo “La fontana della vergine” (1959, primo Oscar), inizia la trilogia su uno dei temi a lui più cari, l' incomunicabilità: “Come in uno specchio” (1961, secondo Oscar), “Luci d' inverno” (1962) e “Il silenzio” (1963).