Il critico cinematografico più famoso del mondo ci ha lasciati: Roger Ebert ha ceduto dopo una battaglia contro in cancro decennale, che negli ultimi anni lo aveva reso incapace di parlare a causa dell'asportazione della mandibola dovuta a un tumore alla tiroide. Aveva 70 anni. È strano dirlo, almeno per chi vede i critici come una cricca di frustrati che se ne stanno chiusi in un ufficio polveroso a lamentarsi dei film perché “invidiosi” del genio altrui, ma Ebert era davvero una celebrità, tanto quanto i registi e gli attori di cui parlava nelle sue recensioni e nei programmi TV. E non a caso fu il primo critico a ottenere, nel 2005, una stella sulla Hollywood Walk of Fame e il primo a vincere il Pulitzer nel 1975.
Ebert iniziò la sua carriera nel 1967 come critico del Chicago Sun-Times, quotidiano per il quale ha lavorato sino alla sua morte. Durante la sua carriera ha inoltre pubblicato più di venti libri – tra cui Scorsese by Ebert, e ora Martin Scorsese sta producendo su di lui il documentario Life Itself – oltre ai famosi Roger Ebert's Movie Yearbook, che includevano una selezione dei suoi articoli pubblicati nei precedenti due anni e mezzo. Ma Ebert era soprattutto noto per i programmi televisivi condotti in coppia con il suo “rivale” Gene Siskel del Chicago Tribune. La coppia iniziò nei primi anni ottanta con At The Movies With Gene Siskel & Roger Ebert, trasmesso dalla PBS. Lo show cambiò diverse volte nome ma proseguì fino alla morte di Siskel, nel 1999. Lo stile di Siskel ed Ebert era ben consolidato: i due formavano una coppia molto cinematografica – tarchiato l'uno, alto e stempiato l'altro – e amavano prendersi gioco l'un l'altro durante il programma. Insieme coniarono, e registrarono poi, la frase “Due pollici su”, con la quale esprimevano in sintesi l'apprezzamento per un film.
Ma Ebert fu anche autore nel mondo del cinema, in particolare insieme al regista Russ Meyer, con il quale scrisse i cult Lungo la valle delle bambole (Beyond the Valley of the Dolls), Ultra Vixens - Tutti gli uomini di Lola Langusta (Beneath the Valley of the Ultra-Vixens) e Le deliranti avventure erotiche dell'agente speciale Margò (Up!). Scrisse inoltre Who Killed Bambi?, leggendario film con protagonisti i Sex Pistols, mai finito né distribuito.
“Roger era il cinema – ha scritto il presidente Barack Obama – Quando non gli piaceva un film, era onesto; quando gli piaceva, era esuberante e catturava il potere così unico del cinema per portarci in luoghi magici. I film non saranno più gli stessi senza Roger”. Secondo Steven Spielberg: “Roger amava il cinema, era la sua vita. Scriveva con passione grazie alla sua grande conoscenza del cinema e della sua storia e, così facendo, ha aiutato molti film a trovare un pubblico. La sua morte è praticamente la fine di un'era”. Ma chi ama il cinema ricorderà il suo nome per sempre.


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Addio al critico Roger Ebert
Storico del cinema, conduttore televisivo, sceneggiatore, vincitore di Pulitzer: ci ha lasciati un gigante, il critico più famoso al mondo

05.04.2013 - Autore: Marco Triolo