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Addio a Francesco Rosi

Si è spento a Roma a 92 anni il regista de Le mani sulla città e Il caso Mattei

Francesco Rosi

10.01.2015 - Autore: Marco Triolo
È morto stamattina a Roma alla veneranda età di 92 anni Francesco Rosi, uno dei più grandi registi italiani. Nato a Napoli il 15 novembre 1922 (fu compagno di liceo di Giorgio Napolitano), nel corso della sua carriera Rosi ha vinto un Leone d'Oro per Le mani sulla città (1963), la Palma d'Oro a Cannes per Il caso Mattei (1972), oltre a numerosi David, Nastri d'Argento e premi alla carriera a Locarno, Berlino e Venezia.

Dopo le prime esperienze come sceneggiatore (tra cui Bellissima di Visconti), debuttò alla regia dirigendo alcune scene di Camicie rosse di Goffredo Alessandrini, per poi co-dirigere con Vittorio Gassman il film Kean - Genio e sregolatezza. Il suo primo vero film da regista fu La sfida, seguito da I magliari, con Alberto Sordi. Nel 1962 si avvicina al film-inchiesta che ne avrebbe definito la carriera, Salvatore Giuliano. Da lì in poi Rosi sarebbe diventato, insieme a Petri, Lizzani e Damiani, uno dei registi del cosiddetto cinema di denuncia, firmando capolavori come Le mani sulla città, Uomini contro (film anti-bellico ispirato a “Un anno sull'Altipiano” di Lussu), Il caso Mattei (biopic su Enrico Mattei interpretato da un impareggiabile Gian Maria Volonté), Lucky Luciano, Cadaveri eccellenti e Cristo si è fermato a Eboli.

Negli anni '80 firma un adattamento della Carmen con Placido Domingo, oltre a Cronaca di una morte annunciata, tratto da Marquez e interpretato da un cast che include Gian Maria Volontè, Ornella Muti e Rupert Everett. Negli anni '90 arrivano le sue ultime due opere: Dimenticare Palermo, con James Belushi, Philippe Noiret e Vittorio Gassman, e La tregua, adattamento del romanzo di Primo Levi da lui già tentato negli anni '80, ma frenato dal suicidio dell'autore.

È stato uno degli autori italiani che più ha saputo realizzare pellicole moderne, di taglio internazionale e fresco, capaci allo stesso tempo di parlare di temi importanti e ingombranti e di riflettere sul nostro Paese e renderne comprensibili i meccanismi contorti presso il pubblico estero. Un vero titano, che già ci manca tantissimo.