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Adam Sandler e Netflix, matrimonio per quattro film

La star della commedia USA si dà allo streaming dopo aver firmato uno storico accordo

Adam Sandler

02.10.2014 - Autore: Marco Triolo
Forse ci siamo: in quello che potrebbe essere il primo di tanti accordi simili, pronti a scalzare totalmente le sale dalla fruizione del cinema, Adam Sandler ha firmato un accordo con Netflix, il servizio di streaming americano attivo in cinquanta paesi, Italia esclusa, per quattro film. Finora, nonostante le previsioni catastrofiche sul futuro del cinema propriamente inteso, i film direct to video non hanno mai raggiunto la qualità di quelli destinati alle sale, a parte rarissimi casi (i film per la TV HBO, ad esempio). Ma in questo caso le opere prodotte non si distingueranno in alcun modo da quelle che Sandler abitualmente sforna al cinema.
 
La compagnia di Sandler, Happy Madison, produrrà i film in concerto con Netflix. “Quando questi gentili signori mi hanno offerto di fare quattro film con loro, ho detto immediatamente sì per una sola ragione... Netflix fa rima con Wet Chicks”, ha commentato scherzosamente Sandler. “Il pubblico ama Adam Sandler e su Netflix riguarda costantemente i suoi film – ha dichiarato il chief content officer di Netflix, Ted Sarandos – Tutti hanno un loro film preferito o una battuta preferita, e non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo”. Netflix sborserà per i film un budget equivalente a quelli con cui Sandler lavora al cinema, ovvero circa 80 milioni di dollari.
 
Netflix continua così la costruzione di un impero mediatico senza precedenti. Da tempo, la società è entrata nel campo delle serie TV originali, producendo successi come House of Cards e Orange Is the New Black. Ma la svolta è arrivata pochi giorni fa, quando è stato annunciato un accordo con la Weinstein Company per produrre un sequel de La tigre e il dragone, Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend, che verrà distribuito sulla rete e nelle sale Imax. Il progetto, però, ha già incontrato un ostacolo: i gestori delle sale, oltraggiati, hanno detto che non proietteranno il film.
 
Se questi saranno i primi passi verso la morte del cinema convenzionale (e le sale chiuse come nelle apocalittiche immagini di Paul Schrader in The Canyons) solo il tempo potrà dirlo. Ma certamente la direzione è quella.
 
Fonte: The Hollywood Reporter