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Dobbiamo parlare: il Carnage italiano firmato Sergio Rubini

Regista e cast si raccontano in occasione della presentazione alla Festa del Cinema di Roma
   

Sergio Rubini

21.10.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
La commedia d’autore secondo l'attore pugliese si svolge in un attico di Roma molto elegante, dove, dopo le urla infuocate in grado di svelare le reciproche ipocrisie, si finisce per parlare d’amore e dell’interpretazione che vari tipi di personaggi, tutti borghesi, danno oggi di questo tema. Con Dobbiamo parlare, Sergio Rubini punta in alto e lo fa omaggiando la commedia all’italiana e il legame che quest’ultima dimostra di avere con i personaggi fortemente caratterizzati. “Avevo uno spunto da commedia in mente - dichiara Rubini in occasione della conferenza stampa di presentazione del film alla Festa del Cinema di Roma - Quello di una coppia che chiede aiuto a un’altra coppia. Accade poi che quella di partenza, prima in difficoltà, rimane in piedi, mentre l’altra esplode”.

Una struttura filmica molto giocata sui dialoghi, sull’uso del dialetto e sui personaggi. Perché l’ambiente, quello di un interno borghese romano, rimane sempre lo stesso per tutta la durata del film. “É un film di parole, e quindi per scriverlo abbiamo cercato uno scrittore che venisse proprio dai libri. E abbiamo trovato Diego De Silva. Quando avevamo in mano la sceneggiatura pronta abbiamo fatto prima delle prove a teatro e con il pubblico, perché esso ci ha dato modo di testare l’umore degli spettatori e aggiustare tante piccole sfumature”.



Una commedia poggiata essenzialmente quindi sulla bravura degli interpreti. E del resto essi non sono davvero professionisti qualunque. Nel cast, oltre all'elefantiaco, in quanto a dose di talento, Fabrizio Bentivoglio, anche Maria Pia Calzone, lo stesso Rubini e Isabella Ragonese. Proprio sulla Calzone si sofferma un attimo Rubini. “Un tempo questo ruolo (quello della donna cinquantenne) sarebbe stato sicuramente interpretato da una come la Buy. Io volevo cambiare, però pensavo che la Calzone fosse un’attrice venuta dalla strada e in grado di fare solo la napoletana. Quando invece, dopo averla vista in Gomorra, ho saputo che si trattava di un’interprete formata, l’ho presa senza nemmeno farle il provino”.

Però il film, sotto una copertura ironica, cela drammi profondi e temi decisamente più pungenti. “Questo è un film sulla carcerazione sentimentale – spiega lo sceneggiatore Diego De Silva – oppure è una commedia d’autore dolceamara. Ci si chiede per esempio quanto conti l’amore in una coppia? E nel film ci sono due diversi esempi di persone che rispondono in maniera diversa. C’è la coppia che investe nei sentimenti e quella che investe esclusivamente nel patrimonio. Soprattutto ci si interroga su quale delle due opzioni vada quindi nella direzione della felicità”. Sul fatto che il film parli essenzialmente d’amore è d’accordo anche l’altra sceneggiatrice Carla Cavalluzzi. “Questo film è pieno delle nostre paure e delle nostre domande come esseri umani. Per me poi, che ho Sergio come compagno, partecipare a questo film ha significato ancora di più addentrarsi in problematiche condivise anche a livello intimo”. Fabrizio Bentivoglio, che qui ricopre i panni di un dottore esuberante e cinico, ha dovuto, per esigenze di copione, fingere un romano assolutamente sguaiato: “Il Prof. appartiene alla buona borghesia romana e usa il dialetto come arma per non farsi coinvolgere dalle situazioni”. Ho capito che il mio accento funzionava quando abbiamo notato che al ciacchista, romanissimo, veniva da ridere a ogni ciak”. 

Dobbiamo parlare sarà distribuito in sala il 19 novembre da Cinema.