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50 e 50: intervista esclusiva al regista

Jonathan Levin ci racconta "la prima commedia sul cancro" con Seth Rogen e Joseph Gordon-Levitt

50 e 50 - Joseph Gordon-Levitt, Seth Rogen

28.02.2012 - Autore: Pierpaolo Festa
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Ho appena visto il film, posso abbracciarti?”. Comincia così l’incontro con Jonathan Levine, regista dell’ottimo “50 e 50”, un film che sa fare ridere, tanto quanto far piangere, per merito delle magnifiche interpretazioni di un cast in stato di grazia. Fortemente voluto da Seth Rogen, la pellicola racconta la vera storia dello sceneggiatore Will Reiser, lui stesso colpito dal cancro in giovane età. Alla fine della proiezione, rimaniamo seduti a guardare i titoli di coda, ascoltando la magnifica “Yellow Ledbetter” dei Pearl Jam, notando una piccola curiosità...

50 e 50 Jonathan Levine regista intervista

Jonathan nei ringraziamenti finali compare anche il nome di Uwe Boll: come mai il credit a uno dei registi più bizzarri di sempre?
(Ride) Abbiamo girato “50 e 50” a Vancouver e lavoravamo nello stesso palazzo in cui lavora lui. Pare che  giri i suoi film nel suo ufficio! È stato sempre carino con noi durante le riprese: nella scena in cui Seth si sveglia in casa di Joseph,dopo aver passato la notte con una donna, lui guarda in TV un film di Uwe Boll. È stato lui a darci il permesso di usarlo gratuitamente.

Quanto è stato difficile convincere i produttori a finanziare una commedia sul cancro?

Questo film poteva facilmente essere un blockbuster: è interpretato da attori famosi e ha una storia che si rivolge a un grande pubblico. Però siamo stati fortunatissimi, perché è stato Seth Rogen a produrlo e a volerlo interpretare senza soldi in cambio. Questo ci ha dato tanta libertà creativa, dal momento che i film di Seth sono tutti grandi successi commerciali in America.

Inizialmente il film si intitolava “I’m with Cancer”, poi ci avete ripensato e per un po’ è rimasto senza titolo…
Sì, “I’m With Cancer” poteva generare problemi con l’audience: la gente non vuole vedere la parola cancro quando va al cinema. 

50 e 50 Jonathan Levine regista intervista. Seth Rogen e Joseph Gordon-Levitt alla première di 50 e 50

La presenza di Seth nel film assicura il marchio della comicità alla Judd Apatow. È stato difficile bilanciare dramma e comicità?
La cosa più importante è proprio sapere bilanciare e sperare che il pubblico non ci prenda per matti! Questa storia e, il suo aspetto comico, si basano su fatti realmente accaduti: Seth è il migliore amico dello sceneggiaore. Non abbiamo mai pensato a Seth che arriva in scena soltanto per pronunciare le sue frasi comiche. Il suo personaggio è divertente e finché ridevo guardando il monitor, sapevo che anche l’audience avrebbe riso. Non vi nascondo, però, che a volte ho frenato questa comicità, puntando su toni più seri.

Le sequenze più toccanti del film sono quelle interpretate da Anjelica Huston. Come avete lavorato insieme nella creazione del personaggio?

Ha fatto tutto lei, dal momento che ha vissuto in prima persona esperienze simili e più dolorose di questa. Suo marito è morto qualche mese prima delle riprese, quindi il suo dolore si rispecchia nel personaggio. Quello di Angelica era un ruolo abbastanza difficile, una mamma che praticamente piange in tutte le scene: lei ha suggerito ottime idee e ha anche pensato al look del personaggio, scegliendo perfino la parrucca che ha indossato. “Non voglio sembrare me!” diceva sul set. A quel punto scompariva nel ruolo.

Joseph Gordon-Levitt è un vero trasformista. Quale è stato il suo contributo al ruolo di Adam?
I suoi istinti da attore sono ottimi e ho imparato a fidarmi ciecamente di lui. Tutti i grandi attori si preoccupano della forma fisica: Joseph si prende cura perfino delle scarpe del personaggio! Lui capisce il personaggio meglio di chiunque altro, per questo ha contribuito tanto mentre giravamo il film. A volte preferiva non pronunciare le sue battute e affidarsi soltanto all’espressione. Continuava a dirmi: “non credo che Adam direbbe questa cosa adesso”.

50 e 50 Jonathan Levine regista intervista. Anjelica Huston in una scena del film

Le musiche di “50 e 50” sono scritte da Michael Giacchino, lo stesso dei grandi film Pixar. Come sei riuscito ad averlo nel tuo film?
Seth gli aveva parlato del progetto mentre lavorava a “The Green Hornet”. Gli ho mostrato “50 e 50”, lui ha accettato subito. Michael è un grande, guardi i primi dieci minuti di “Up” e ti ritrovi a piangere: solo lui ci riesce in modo così naturale. La cosa interessante è che, non avendo soldi, non potevamo permetterci un’orchestra, e Michael ci ha proposto di registrare direttamente da casa sua. Ha chiamato un paio di amici e hanno inciso dal suo salotto.

Hai da poco finito le riprese di “Warm Bodies”. Quanto è stata dura fare un altro zombie movie nell’era di “The Walking Dead” e in attesa dell’arrivo di Brad Pitt con “World War Z”?
Non è stato difficile, perché sapevo che non si trattava della stessa cosa. Sarà difficile venderlo, invece! Ma “Warm Bodies” è molto diverso, specialmente perché racconta una storia interamente dal punto di vista di uno zombie.

50 e 50”, in uscita il 2 marzo, è distribuito da Eagle Pictures.

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