NOTIZIE

2012: la parola a Roland Emmerich

Da "Independence Day" a "L'alba del giorno dopo", passando per i miti del "10000 a.c.". E adesso davanti all'Armageddon. Il regista tedesco vi racconta l'amore per questi temi e le sue tante paure in attesa della fine del mondo...

Roland Emmerich

02.11.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Prima di mostrarvi la nostra intervista a Roland Emmerich, vi segnaliamo che il nostro speciale 2012 continua con:

I primi cinquanta minuti del film in anteprima

La nostra intervista a John Cusack

L'intervista all'attore Chiwetel Ejiofor

Volete sapere la verità?” - ci chiede Roland Emmerich... “Sono uno che si spaventa di tutto. Per adesso, ad esempio, è volare che mi terrorizza!! Grazie a Dio, lavoro nell'industria dell'Entertainment, dove posso esercitarmi a sconfiggere le mie paure, proprio grazie al mio mestiere!”.

2012

2012” è il terzo Disaster Movie diretto dal regista tedesco, ma questa volta il suo scopo è fare scoppiare il livello di spettacolo, senza mai perdere d'occhio i suoi personaggi. “Tutto è cominciato mentre giravo 'Independence Day'. Ho iniziato ad interessarmi alla fine del mondo. Sono affascinato dal fatto che in un disastro ci sia sempre una decisione da prendere. Da questo punto di partenza, puoi girare dei veri e propri morality tales. E poi adoro i film corali: se posso avere diverse storie anche d'amore al centro dell'apocalisse, allora è perfetto!”.

Cosa è cambiato rispetto ai tempi di “Independence Day” e “L'alba del giorno dopo”?
Independence Day” era basato su una semplice premessa: noi contro di loro. “L'alba del giorno dopo” era un avvertimento: "guardate le cose terribili che l'uomo è capace di fare". Il tema di “2012” è invece: “accadrà di certo!”. Dunque cosa possiamo fare per salvarci? Cosa vale la pena di salvare? Tutti dicono... “oh, Emmerich gira l'ennesimo disaster movie...”, ma non è così, anzi è il più complesso di tutti i film che ho girato. 

Danny Glover nei panni del Presidente USA in 2012

Ci parli di come è riuscito a spingere ulteriormente i limiti dello spettacolo...
Io non volevo fare questo film. Questa è la verità. Ma mi sono convinto, quando la tecnologia è arrivata ad un certo livello... sequenze che per “Independence Day” non avrei mai potuto realizzare. Ho sempre sognato di mettere in scena alcune immagini a cui ho sempre pensato Per esempio che l'intero mondo si trovasse sott'acqua... cosa succederebbe davanti ad un enorme diluvio universale? La prima immagine era l'acqua che sopraffava l'Himalaya. Tutto parte da lì, da queste fantastiche immagini surreali.  

Parliamo di paranoia della cospirazione. Al centro del suo film ci sono politici che preferiscono tenere segreta l'imminente apocalisse e altri che provano ad avvertire l'umanità prima che sia troppo tardi...
Io non mi fido assolutamente dei politici, anzi sono sempre preoccupato di quello che succede nei G8. Perché non li rendono pubblici? Perché devono essere segreti? È una cosa sospettosa! In una democrazia tutto dovrebbe essere pubblico. Non mi fido e sono certo che se una cosa del genere accadesse, il governo non lo direbbe al popolo, per paura del caos e del crollo dell'economia. Nel film trattiamo questo tema e mi piace definirlo un “West Wing on Steroids”!!

John Cusack deve proteggere i suoi bambini in 2012

E a proposito del “Domestic Drama”. In “Stargate” Kurt Russell era in depressione per la morte del figlio. Ne “L'alba del giorno dopo”, Dennis Quaid rischia la vita pur di salvare il figlio. E qui John Cusack è un padre assente che cerca di redimersi. Come mai questo tema ricorrente nei suoi film?
Bisogna sempre catturare l'attenzione di un pubblico di massa e dall'altra parte devi sempre dare ai tuoi personaggi alcuni piccoli ostacoli da superare. Fa parte del genere. In un disastro devi sempre fare delle scelte e prendere decisioni. Tutto quello che credevi di avere bisogno non è più importante, l'importante sono la famiglia e le relazioni umani. E c'è anche un risvolto autobiografico: io ero molto vicino a mio padre.  

Il suo film è spettacolare, eppure agli occhi dei veri scienziati, le sue teorie potrebbero non essere affatto credibili...
É una cosa molto interessante come la scienza viene rappresentata nei film. Io penso che in un certo senso la scienza non conta affatto! Nemmeno quella può fornire spiegazioni. Alcune cose succedono e basta. Per quanto mi riguarda la regola è la stessa di un film storico: bisogna ripercorrere la storia, ma non rimanere fedeli ai singoli fatti. L'importante è essere credibili. Prendete “Jurassic Park” che è il migliore esempio: ricordate come spiegavano la clonazione dei dinosauri con quel video? Ci credevate davvero... ma la scienza dice che è impossibile! Alla fine l''importante è che l'audience ci creda. Quella di Steven era un'idea bellissima!