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2012: Intervista a Chiwetel Ejiofor

Nel nuovo film di Roland Emmerich, l'attore inglese interpreta lo scienziato che scopre che il mondo ha i giorni contati. Dopo essere stato diretto da Spielberg, Spike Lee e Frears, Ejiofor ci racconta la sua esperienza sul set apocalittico.

2012 - Chiwetel Ejiofor

02.11.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Il suo è uno dei volti a cui ci siamo sempre più abitutati nel corso degli anni. Al cinema lo abbiamo visto in “Amistad”, “Piccoli affari sporchi”, e più recentemente in “Inside Man” e “I figli degli uomini”. Chiwetel Ejiofor è inarrestabile e il suo talento continua ad attirare l'attenzione dei registi più importanti sulla piazza.

2012

E' la seconda volta che si cimenta in un film apocalittico. Com'è andata questa volta rispetto a “I figli degli uomini”?
Beh, per prima cosa fatemi dire che qui finalmente interpreto un personaggio buono e non uccido Clive Owen! Si tratta di due film diversi. Quello di Cuarón era molto più dark. Sebbene entrambi siano incentrati sulla fine del mondo, “2012” è più epico. Ma la cosa positiva di entrambi i film è il vantaggio che il genere catastrofico ci offre. Questi titoli possono essere facilmente utilizzati come metafora: storie etico filosofiche che pongono delle domande. Chi sono davvero gli esseri umani? Cosa si può scoprire su sé stessi?

Ok, ma ne “I figli degli uomini”, tutto era filmato in una dimensione più intima...
Beh, posso dire che non c'è tanta differenza, tranne che sul set di Emmerich tutto è più grande! Dagli ambienti ricostruiti agli effetti, ma per quanto riguarda costruire il personaggio è lo stesso lavoro, lo stesso tipo di ricerca.

Chiwetel Ejiofor e Thandie Newton in una scena di 2012

Quando si gira un film del genere, come attore non si ha la paura di essere surclassato dal grande spettacolo apocalittico?
Certamente c'è sempre la paura che l'elemento umano possa essere messo da parte in un film così grande. Come attore ti senti più piccolo e hai paura che gli effetti speciali si portino via la tua performance. Ecco dove riesce Roland Emmerich: lui cura il film a livello tecnologico, ma sa bene che sono i personaggi ad arrivare al cuore degli spettatori. Lui sa fare queste cose in maniera eccellente.

Ci spieghi meglio...
Ad esempio il personaggio che interpreto è uno che si fa carico delle domande filosofiche che il film pone: se c'è questa situazione, qual è il miglior modo di agire? Salvare il numero più alto di persone o tentare di evitare il pandemonio? La stessa cosa la fa il personaggio interpretato da John Cusack, lì però potete vedere una sorta di “domestic drama”... un dramma familiare che prosegue anche di fronte alla fine del mondo.

John Cusack Roland Emmerich e Chiwetel Ejiofor presentano 2012

Uno dei temi trattati da Emmerich è proprio la paranoia da cospirazione e come il governo possa nasconderci importanti decisioni sul nostro futuro, sulla nostra esistenza...
E io penso che il governo sia specializzato proprio nel mantenere i segreti. È difficilissimo trovare informazioni solide per avere la verità al 100%. Come dicevano in “Strange Days”: "il punto non è se sei paranoico, il punto è se sei abbastanza paranoico!".

Come mai Hollywood continua sempre a soffermarsi sulla la fine del mondo?
Penso che per ogni Disaster Movie, lo scopo sia sempre quello di andare oltre a come finirà il mondo. Affinché il film funzioni devono esserci più temi, più domande, e non solo spettacolo. Non serve solo vedere le cose esplodere. Questo film pone domande difficili, domande etiche molto complesse e vedrete il conflitto nel mio personaggio. Lui vuole trovare una soluzione, però vuole uscirne con la sua anima intatta... come farà?!

Denzel Washington e Chiwetel Ejiofor in Inside Man di Spike Lee

Nella sua carriera è stato diretto dai più grandi. Quali sono i tesori che ha imparato in tutti quei set?
Sono stato molto fortunato a lavorare con grandissimi filmmakers. Ogni esperienza è totalmente diversa. Ho avuto delle bellissime esperienze con Spielberg, Frears e Cuarón e Joss Wheadon e naturalmente Spike Lee. Ma sono soprattutto legato al teatro. Al cinema, però, s'impara sempre molto. Con Roland Emmerich è stato bellissimo. Vedere i diversi approcci di questi talenti ti fa capire quanto sia ricca la comunità di filmmakers con la loro passione e le loro personalità!

La ritroveremo al fianco di Denzel Washington e Clive Owen in “Inside Man 2”?
Non lo so ancora, spero di sì!