

Thor

La Paramount Pictures e la Marvel Entertainment presenta l'epica avventura Thor, che espande l'universo Marvel dalla Terra dei nostri giorni al regno di Asgard. Al centro della storia c'è Thor (Chris Hemsworth), un potente ma arrogante guerriero le cui sconsiderate azioni riaccendono un'antichissima guerra. Thor è mandato in esilio sulla terra da suo padre Odino (Anthony Hopkins) e viene obbligato a vivere tra gli umani. Una giovane e bellissima scienziata, Jane Foster (Natalie Portman), avrà un profondo ascendente su Thor e diventerà poi il suo primo amore. Sarà proprio qui sulla Terra che Thor imparerà cosa vuol dire essere un vero eroe, ma presto un pericoloso villain del suo mondo invierà le Forze Oscure di Asgard ad invadere la Terra.

Quando nel 2008 i Marvel Studios si sono affacciati al mondo del cinema con “Iron Man”,
si è pensato a una nuova era dei cinecomics, fatta di pellicole fedeli e
in grado di valorizzare finalmente i supereroi. Successivamente, però, “L'incredibile Hulk” e “Iron Man 2”
hanno contribuito a diffondere un senso di sfiducia nei confronti della
Marvel, troppo concentrata sulla visione d'insieme, il progetto “Vendicatori”, piuttosto che sul singolo film.
Per fortuna è arrivato “Thor” a mettere tutte le cose al proprio posto. Kenneth Branagh ritorna a un film da Studio e porta il suo punto di vista shakespeariano in una materia che generalmente fa degli effetti speciali e delle scene
d'azione, più che dello scavo psicologico, il suo punto di forza. Il
regista riesce a fondere con successo i due elementi: da una parte c'è
il rapporto tra Thor (Chris Hemsworth), principe di Asgard, il padre Odino (Anthony Hopkins) e il fratellastro Loki (Tom Hiddleston),
un legame che avvince e convince, specialmente nella figura di
quest'ultimo. Loki è un cattivo ben scritto, ambiguo, sempre diviso tra
l'amore per il padre e l'invidia per un fratello che è destinato a
diventare re e che è amato da tutto il popolo. Eppure, l'intreccio da tragedia famigliare non va mai a discapito di un tono che si mantiene leggero come una piuma: il film si scatena in una giostra di azione, umorismo, amore, guerra e, in definitiva, sano e vecchio divertimento da gustare con la più grande porzione di pop-corn che riusciate a trovare.
Un elemento evidente che contribuisce a strutturare “Thor” in maniera unica è l'asse Terra/Asgard,
una dicotomia che regge l'intero film e genera alcune delle situazioni
più divertenti, con l'umorismo che scaturisce dall'incontro del nobile
dio con la semplicità della provincia americana, ma anche uno stile
visivo molto particolare. Asgard è spettacolare, una città virata su
tonalità dorate che sembra uscita dritta dritta dalle epocali tavole di Jack Kirby,
che inventò il look futuristico utilizzato anche nella pellicola. Ma
ancora più spettacolari sono i cieli del New Mexico: la volta celeste
così limpida, con quelle stelle che proiettano l'immaginazione verso lo
spazio siderale a costruire un ideale ponte tra la terra e i mondi
lontani. E guarda caso, il ponte Bifrost, che gli asgardiani
usano per spostarsi, è centrale agli eventi. Molto spesso, i
protagonisti scrutano il cielo, ne invocano l'intervento e, nel caso dei
tre scienziati che aiutano Thor (Natalie Portman, Kat Dennings e Stellan Skarsgard),
dipendono da esso e dalle sue manifestazioni. Ma l'ambientazione
desertica funziona anche nelle scene diurne, calate in un paesino che
sembra uscito da un western: non è un caso che, quando Thor affronta il
gigantesco Distruttore, la regia di Branagh rimandi apertamente ai duelli tra cowboy.
Oltre a Thor/Loki e Terra/Asgard, l'altra “coppia forte” della pellicola è quella composta da Thor e Jane Foster (Portman):
il loro rapporto è a tratti buffo, a tratti passionale, ma sempre
onesto e tenero, una qualità che si riscontra raramente in film come
questo, dove spesso la storia d'amore risulta forzata e fredda. E' un
bene che Branagh abbia scelto di non includere il triangolo tra Thor,
Jane e Sif (Jaimie Alexander), perché così ha creato un'ancora sentimentale forte e asciutta.
Il cast, che comprende anche Ray Stevenson, Joshua Dallas, Tadanobu Asano e Colm Feore, sembra divertirsi un mondo, ed è diretto con mano esperta da Branagh, uno che sa davvero scegliersi gli attori. Il 3D, per dirla tutta, convince poco, ma tutto sommato non mina la visione. E i fan si aspettino l'eccezionale cameo di un Vendicatore e il migliore easter egg visto finora nei film Marvel. In conclusione, “Thor”
è un appetitoso antipasto a un'estate di eroi che, a luglio, vedrà
anche l'esordio del cavallo di battaglia Marvel per eccellenza, “Captain America: Il primo vendicatore”.