The Twilight Saga: Eclipse
La vampira Victoria ha creato un esercito di nuovi vampiri pronti a combattere la famiglia Cullen per uccidere Bella. Inoltre la ragazza è costretta a scegliere tra la sua relazione sentimentale con Edward e l'amicizia con Jacob...
di Federica Aliano
Abbiamo voluto dare fiducia a David
Slade e il regista ha dimostrato di meritarla. “Eclipse”
è senza ombra di dubbio il miglior film della Twilight Saga realizzato
fino ad ora, e visto chi è al timone del quarto, probabilmente lo
rimarrà. Slade aveva promesso qualcosa di diverso ed ecco qui un
action movie con mostri assetati di sangue, licantropi scalpitanti e
scontri veri, inventati di sana pianta, dal momento che erano solo
evocati e mai descritti nei romanzi della Meyer (non sapendo
come gestire una scena d'azione, non ne ha inserita nessuna nemmeno
nello spin off “La breve seconda vita di Bree Tanner”): chi
racconta la vicenda, nei corposi volumi, è sempre distante dal luogo in
cui avviene la battaglia.
Qui invece ecco finalmente inserito un elemento, se non proprio horror,
almeno gotico-fantasy: i corpi dei vampiri si sgretolano come fossero
statue di marmo, arti e teste vengono recisi di netto, e solo il sangue
viene risparmiato ai giovani spettatori. Le scene d'azione sono
la parte migliore del film, tanto da distrarre dalla vicenda principale,
quella del triangolo amoroso tra Bella, Edward e Jacob.
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Twilight Saga: Eclipse" src="http://www.film.it/immagini/400x300/2-13319544.jpg">
Molto meglio così, dal momento che gli attori continuano a
recitare con l'unica espressione che è stata loro assegnata nel primo
capitolo, pronunciando dialoghi al limite della frase nucleare, senza
alcun senso per chi non ha letto almeno un paio di volte i romanzetti da
cui sono stati fedelmente tratti. E mentre il personaggio di Bella trae vantaggio da una lettura non troppo accondiscendente della sua
interprete (Kristen
Stewart la rende dotata di cervello proprio), Jacob salta fuori dalle pagine ancora più addicted dal doppio machismo
individuale e da branco (emblematico il fatto che non indossi
praticamente mai una maglietta e sia l'unico a parlare apertamente di
sesso) ed Edward risplende in tutto il suo medievalismo
pseudoreligioso, il che, in bocca a un vampiro, suscita ilarità
incontrollate e quasi certamente non volute.
Il materiale di base è quello che conosciamo, ma almeno si può cercare
di plasmare al meglio la confezione. Quindi se proprio bisogna
perpetrare questo racconto maschilista e iperconservatore scritto da una
donna che ignora anni di evoluzione del proprio genere, che almeno lo
si metta in scena in maniera accattivante. Slade è un regista
sempre più promettente, non tanto da farci digerire due ore di qualcosa
che si racconta in venti minuti, ma almeno provando a far riflettere le
giovani spettatrici sul senso di un errore. La decisione di
Bella arriva precipitosa alla fine, senza alcun senso rispetto a quello
che ha sostenuto fino a un minuto prima. E un finale appiccicato col
nastro adesivo dice più di mille parole.