State of Play
Stephen Collins, membro del congresso statunitense, vede compromessa la sua carriera politica a causa dell'omicidio della sua amante. Un gruppo di giornalisti decide di avviare un'inchiesta sul triste avvenimento e tra loro figura anche Cal McCaffrey, un ex collaboratore di Collins.
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
State of Play
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
USCITA CINEMA
01/05/2009
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2009
Muovendosi ancora una volta dentro i binari consolidati di un tipo di cinema robusto, grintoso, che mira piÙ alla soliditÀ che allo spessore autoriale, Kevin Macdonald ci ha regalato con questo suo nuovo %u201CState of Play%u201D (id., 2009) un altro prodotto dalla fattura piÙ che considerevole. Se giÀ %u201CLa morte sospesa%u201D (Touching the Void, 2003) e %u201CL%u2019ultimo re di Scozia%u201D( The Last King of Scotland, 2006) ci avevano lasciato intuire la bontÀ cinematografica di questo regista, adesso abbiamo da lui l%u2019ulteriore conferma che sa gestire al meglio sia un tipo di sceneggiatura maggiormente costruita sui generi cinematografici che un cast all star.
Il gruppo di attori che si mette al servizio di questo thriller infatti impressionante: protagonista di %u201CState of Play%u201D È un Russell Crowe sempre piÙ a suo agio in ruoli che lo vogliono %u201Ceroe di tutti i giorni%u201D, umano e contenuto nella recitazione %u2013 ricordiamo ad esempio anche la sua recente, sottovalutata performance in %u201CAmerican Gangster%u201D (id., 2007) di Ridley Scott. Accanto a lui la come sempre deliziosa Rachel McAdams, Ben Affleck, Robin Wright Penn, Jeff Daniels e soprattutto una grande Helen Mirren, istrionica e portentosa come sempre.
Tratto dall%u2019omonima serie TV che nel 2003 ha fatto scalpore, scritto da un trio di sceneggiatori di lusso come Billy Ray, Matthew Michael Carnahan e soprattutto Tony Gilroy, %u201CState of Play%u201D È un lungometraggio che rimanda esplicitamente d un momento di cinema come gli anni %u201970, in cui Hollywood riusciva a coniugare con equilibrio le esigenze piÙ spettacolari con storie che denunciassero le ambiguitÀ della vita politica e civile del paese. Capolavori come %u201CI tre giorni del Condor%u201D (Three Days of the Condor, 1975) di Sidney Pollack o %u201CTutti gli uomini del presidente%u201D (All the President%u2019s Men, 1976) di Alan J. Pakula sembrano essere il referente storico primario del lavoro di Macdonald, che sulla scia di questi film costruisce un%u2019opera molto intensa, intrigante nella costruzione narrativa, avvincente nel ritmo, in alcuni momenti sofisticata nel gioco di rimandi e di finezze cinematografiche.
L%u2019unico difetto di %u201CState of Play%u201D sta in un finale eccessivamente %u201Ctelefonato%u201D, che si allunga a dismisura nel voler a tutti i costi regalare allo spettatore cambi di prospettive e sorprese non del tutto necessarie. Per il resto perÒ il film È assolutamente riuscito, e conferma la bontÀ di questo tipo di prodotti, realizzati con estrema professionalitÀ ed una dose di intelligenza notevolmente superiore alla media.
"State of Play" arriverÀ sugli schermi dal 30 aprile, distribuito dalla Universal Pictures.
Per saperne di piÙ:
Leggete la nostra anteprima
Guardate il trailer del film
Il gruppo di attori che si mette al servizio di questo thriller infatti impressionante: protagonista di %u201CState of Play%u201D È un Russell Crowe sempre piÙ a suo agio in ruoli che lo vogliono %u201Ceroe di tutti i giorni%u201D, umano e contenuto nella recitazione %u2013 ricordiamo ad esempio anche la sua recente, sottovalutata performance in %u201CAmerican Gangster%u201D (id., 2007) di Ridley Scott. Accanto a lui la come sempre deliziosa Rachel McAdams, Ben Affleck, Robin Wright Penn, Jeff Daniels e soprattutto una grande Helen Mirren, istrionica e portentosa come sempre.
Tratto dall%u2019omonima serie TV che nel 2003 ha fatto scalpore, scritto da un trio di sceneggiatori di lusso come Billy Ray, Matthew Michael Carnahan e soprattutto Tony Gilroy, %u201CState of Play%u201D È un lungometraggio che rimanda esplicitamente d un momento di cinema come gli anni %u201970, in cui Hollywood riusciva a coniugare con equilibrio le esigenze piÙ spettacolari con storie che denunciassero le ambiguitÀ della vita politica e civile del paese. Capolavori come %u201CI tre giorni del Condor%u201D (Three Days of the Condor, 1975) di Sidney Pollack o %u201CTutti gli uomini del presidente%u201D (All the President%u2019s Men, 1976) di Alan J. Pakula sembrano essere il referente storico primario del lavoro di Macdonald, che sulla scia di questi film costruisce un%u2019opera molto intensa, intrigante nella costruzione narrativa, avvincente nel ritmo, in alcuni momenti sofisticata nel gioco di rimandi e di finezze cinematografiche.
L%u2019unico difetto di %u201CState of Play%u201D sta in un finale eccessivamente %u201Ctelefonato%u201D, che si allunga a dismisura nel voler a tutti i costi regalare allo spettatore cambi di prospettive e sorprese non del tutto necessarie. Per il resto perÒ il film È assolutamente riuscito, e conferma la bontÀ di questo tipo di prodotti, realizzati con estrema professionalitÀ ed una dose di intelligenza notevolmente superiore alla media.
"State of Play" arriverÀ sugli schermi dal 30 aprile, distribuito dalla Universal Pictures.
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