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Somewhere
![Somewhere Somewhere](http://www.film.it/typo3temp/pics/9b2aee991e.jpg)
L'attore Johnny Marco (Stephen Dorff) trascorre una vita di eccessi nel lussuoso hotel Chateau Marmont sul Sunset Boulevard, finché una visita della sua figlia undicenne non lo costringe a rivedere completamente la sua esistenza.
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Sofia Coppola accompagna al Festival l'attesissimo “Somewhere”, film per cui ha scritto anche la sceneggiatura originale come aveva già fatto ai tempi di “Lost in Translation”.
E proprio come in quel caso sceglie di ambientare la sua storia in un
albergo che questa volta è il leggendario Chateau Marmont di Los
Angeles, una tappa obbligatoria nella vita e nella carriera di molte
celebrità che si rifugiano nelle sue stanze, e un non-luogo perfetto per
raccontare la solitudine e la provvisorietà di un'esistenza
apparentemente facile. Tra queste mura vive Johnny Marco (Stephen Dorff),
un attore in ascesa che per non farsi divorare dalla noia si distrae
con sesso e droghe. Johnny insomma gira a vuoto, a bordo di una Ferrari
certo, ma gira pateticamente a vuoto. Ad alimentare la giostra di
cartone ci pensano poi alcuni appuntamenti grotteschi che caratterizzano
la sua professione vocata essenzialmente all'apparenza. Ma l'apnea è
rotta dall'arrivo della figlia Cleo, una ragazzina capace di illuminare
la stanza e capace soprattutto di scortare suo padre fuori dalla
letargia emotiva in cui si è ridotto.
Sofia Coppola cattura l'incontro tra padre e figlia
cullandoci in quelle atmosfere subacque e minimali che senza ricorrere
ad artifici e drammi particolari assumono la forma indefinita e
sfuggente della transizione. Nel passo sospeso del suo sguardo anche
ironico c'è la cifra sempre personale di un talento delicato e quasi
alieno che ama esprimersi nella sottrazione ed emoziona con il garbo e
la freschezza dei gesti più ordinari. L'uso delle musiche e il lavoro
con gli attori, e ancora una volta soprattutto con l'attrice, è
bellissimo. Elle Fanning conquista
con la sua spontanea vitalità e fa venire voglia di seguire la sua
storia, di eleggerla a protagonista. Lo spettatore è invitato a
galleggiare nell'empatia e, proprio come Johnny, finisce per soffrire la
mancanza di Cleo quando non c'è. Tutto qui. Ma l'invito è sempre
gradito, certo meno sorprendente di quella volta a Tokio, ma sempre
davvero gradito.