Magnifica Presenza
Pietro, un giovane pasticciere siciliano arrivato a Roma con il sogno di diventare attore, va ad abitare in un palazzo popolato da strani personaggi. All'inizio sembra che non ci siano rapporti tra Pietro e i vicini, ma col tempo nascono amicizie, si creano legami forti, avvengono cose che lo spingeranno a cambiare atteggiamento nei confronti della vita.
Ferzan Ozpetek vede la gente morta…
Commedia horror con spunti drammatici o horror drammatico con spunti
comici? Non proprio. Ozpetek si avventura su nuovi generi, aprendo con
la paura delle case infestate, ma cercando subito la luce in fondo
all'oscurità. Si tratta di un percorso insolito, eppure lo spirito del suo cinema pulsa più che mai. “Magnifica presenza”,
infatti, mette in scena temi cari al regista: l'eleganza, la
sregolatezza, la sensibilità e, ancora una volta, la bellezza del
diverso. E non poteva nemmeno mancare la passione culinaria.
Ci sono tutte le ossessioni a cui Ozpetek ci ha abituati nel corso della
sua cinematografia, ma questa volta, come lui stesso ha dichiarato, si
tratta del “suo film più complesso”. Spunti narrativi e personaggi da
raccontare si duplicano e il regista di origine turca sconfina nel
paranormale, partendo da toni gotici e trasformandoli a poco a poco in
brillanti, per poi arrivare a temi più importanti come la necessità di
non spegnere mai le passioni. Per traghettare questo messaggio incolla
la sua macchina da presa su Elio Germano, presente in tutte le scene del film e notevole nei panni del giovane sfigato siciliano, solo e pieno di difetti, ma anche puro. A supportarlo ci sono, tra gli altri, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini e Paola Minaccioni: tanti personaggi a cui il regista riesce a dare spessore.
Con un humour che strizza l'occhio anche a Woody Allen, “Magnifica presenza”
ci offre una serie di scene memorabili in cui il cinema cita il cinema:
tutti i provini di Germano – bravissimo a 'dare di matto' davanti a Daniele Luchetti (che nel film ha un cameo) - e un potente omaggio a Greta Garbo di cui è protagonista Vittoria Puccini, splendidamente illuminata da Maurizio Galvesi.
di Pierpaolo Festa