Lezioni di Cioccolato 2
Le strade di Mattia e Kamal hanno preso direzioni diverse: l'uno é tornato all'edilizia ma senza ottenere grandi appalti, l'altro ha aperto la tanto agognata cioccolateria senza però vedere l'ombra di un cliente. Ma i due ex amici sono destinati ad incrociarsi di nuovo. Kamal ha in mente un nuovo progetto sul cioccolato e Mattia, stanco dell'edilizia, vuole assolutamente farne parte, anche a costo di doversi fingere nuovamente egiziano. Kamal però non si fida e non ne vuole sapere, soprattutto ora che sua figlia Nawal è tornata da un periodo di studi all'estero e l'ultima cosa che vuole è che incontri uno sciupafemmine come Mattia. Le cose però non tarderanno a complicarsi e, tra equivoci e colpi di scena, sarà ancora una volta il cioccolato a sciogliere tutti i nodi...
Una cosa possiamo dire del primo “Lezioni di cioccolato”, datato 2007: è una delle commedie nostrane più riuscite – e meno insopportabili – degli ultimi anni. Cupellini e i suoi attori facevano ottimo gioco di squadra (con Hassani Shapi,
punta di diamante delle risate), sebbene non si riuscisse mai a
schivare l'enorme quantità di zucchero apportata dal tema della
cioccolata.
Quattro anni dopo, Alessio Maria Federici riesce a fare un passo avanti riaprendo il sipario sugli stessi
personaggi, ma raccontandone nuove avventure. Il regista, esordiente
ufficialmente sulla carta (dal momento che vanta almeno quindici anni di
esperienza sui set), schiva l'effetto fotocopia tipico dei sequel,
smussando abbastanza lo humour forzato del primo film. Nonostante la
pellicola non scappi da soluzioni narrative che già conosciamo in
partenza, la storia viene raccontata con vivacità ed entusiasmo.
Merito anche di un cast azzeccato con Luca Argentero ormai a proprio agio come icona della commedia romantica italiana. Hassani Shapi rimane in gran forma. Ma è con le new entry Salemme e Finocchiaro che il film funziona, liberando lo humour con raffinatezza. Si ride e
si fa il pieno di buoni sentimenti e, per almeno tre quarti di film, non
si esagera troppo con lo zucchero. Finale un po' troppo stellato.