Le Belve
Il regista vincitore di tre premi Oscar® Oliver Stone ritorna sul grande schermo con l'intenso thriller Le Belve, riunendo un cast di star come Taylor Kitsch, Blake Lively, Aaron Johnson, John Travolta, Uma Thurman, Benicio Del Toro, Salma Hayek, Emile Hirsch e Demian Bichir. Il film è basato sul romanzo best seller a tinte criminali di Don Winslow, nominato dal New York's Time come uno tra i migliori dieci libri del 2010. Due imprenditori di Laguna Beach, Ben (Johnson), pacifico e caritatevole buddista, e il suo migliore amico Chon (Kitsch), ex Navy Seal ed ex mercenario, conducono una lucrativa attività fatta in casa, producendo la migliore marijuana mai coltivata prima d'ora. Condividono inoltre un amore unico nel suo genere per la bellissima Ophelia (Lively) . La vita è idilliaca nella loro cittadina nel sud della California, almeno fino a quando il cartello dei trafficanti della Mexican Baja decide di irrompere nei loro piani imponendosi come socio. Quando Elena (Hayek), lo spietato capo del cartello, e Lado (Del Toro), il suo spietato scagnozzo, sottovalutano l'infrangibile legame che tiene uniti i tre amici, Ben e Chon, attraverso l'ambiguo aiuto di un viscido agente della DEA (Travolta), scatenano una battaglia, a prima vista già persa, contro il cartello. Così hanno inizio una serie di piani e manovre ad alto rischio, in un selvaggio scontro di volontà.
I due amici fraterni Ben e Chon hanno prosperato nella
California del sud mettendo in piedi la più grande ditta di produzione e
smercio di marijuana di ottima qualità. Quando uno dei più potenti
cartelli di droga messicani gli propone un accordo per gestire il
traffico, i due rifiutano preoccupati delle conseguenze. Allora Elena, il capo dell'organizzazione, spedisce il suo sicario Lado a rapire Ophelia,
la ragazza che condivide amore e affari con Ben e Chon. Invece di
cedere al ricatto, i due decidono di chiuderla con la loro solita
politica di non violenza e partire al contrattacco per riprendersi la
donna che entrambi amano.
Dopo il parziale insuccesso di Wall Street – Il denaro non dorme mai, per tentare di ritornare sulla cresta dell'onda Oliver Stone ha puntato sugli stilemi più rinomati e adrenalinici del suo cinema.
Sfruttando il thriller omonimo di Don Wislow – uno scrittore che, un po'
alla maniera di Dan Brown, tende a costruire i suoi libri più come vere
e proprie sceneggiature che come romanzi – il regista ha inserito in Le belve il suo tocco più riconoscibile: elementi pulp e violenti, montaggio
forsennato, fotografia accaldata e iperrealista, dialoghi che in molte
scene si concedono la variazione comica più surreale. Insomma,
aggiornando ovviamente il tutto, Stone tiene come punto di riferimento
preciso quel questo nuovo film il suo precedente (sopravvalutato?) Natural Born Killers.
Il gioco gli riesce a metà, poiché per quanto vitale e a tratti davvero
vibrante, Savages (questo il titolo originale) possiede anche alcune lungaggini nella trama che in qualche modo sciupano l'adrenalina dei momenti migliori.
Formalmente il film è ineccepibile, ma qualche scena di dialogo in meno,
o meglio una maggiore lucidità nel sintetizzare alcuni snodi narrativi,
avrebbe giovato complessivamente al prodotto. Anche il doppio registro,
quello del thriller più classico e l'altro della divagazione giocosa
sul genere, non sempre si sposa con perfetta coerenza. Nel complesso
però il film è piuttosto godibile, regala almeno un paio do buone sequenze d'azione e un paio di risate “al sangue”.
Una menzione particolare meritano poi il cast d'attori, tutti
perfettamente in parte. Quella che forse si rivela lievemente meno
efficace degli altri è Blake Lively in un ruolo non troppo definito, ma la sua bellezza e la sua carica
erotica le donano comunque la necessaria presenza scenica. I più
riusciti, comunque, sono i veterani John Travolta (finalmente!) e Salma Hayek. Comunque tutti meritano il consenso pieno.
In un cinema che è cambiato radicalmente rispetto a vent'anni fa, sia a
livello produttivo che estetico, Oliver Stone appariva essere rimasto
qualche giro indietro con i suoi precedenti film. Con tutti i suoi
difetti, Le Belve dimostra che il cineasta due volte premio Oscar sa
ancora realizzare film di indubbia efficacia, sfidando le coordinate che
adesso gli vengono proposte. A conti fatti, la scommessa sembra vinta.
di Adriano Ercolani