Lawless
I fratelli Bondurant della contea di Franklin in Virginia vivono durante l'epoca del proibizionismo e sono considerati personaggi leggendari, quasi immortali. Se Howard, il più grande, è un reduce dagli orrori della prima guerra mondiale, e Forrest è un uomo sicuro di sé e carismatico, Jack, il più piccolo è amante della bella vita e del denaro. I tre fratelli iniziano a distillare clandestinamente alcolici senza mai immischiarsi con i gangster della città che si uccidono tra di loro. Ambiziosi di realizzare tutti i loro sogni, attirano però l'attenzione di Charlie Rakes, rappresentante della legge corrotto e feroce arrivato direttamente da Chicago, con cui inizieranno una guerra all'ultimo sangue per difendere le loro terre, le loro donne e la loro famiglia. Basato su una storia vera, Lawless è tratto dal romanzo La contea più fradicia del mondo, scritto dal nipote dei protagonisti Matt Bondurant.
Trenta secondi. Tanto ci mette Gary Oldman a crivellare una macchina con il suo fucile automatico, facendo fuori
due poveracci che hanno sgarrato e finendo per fare l'occhiolino
all'unico testimone rimasto vivo. Questo è uno dei momenti più Cool di “Lawless”, gangster movie all'epoca della Depressione.
Cool e niente di più. John Hillcoat e lo sceneggiatore Nick Cave (quel Nick Cave) non stressano fin troppo il loro potenziale creativo,
finendo per seguire la scia delle storie dell'America del proibizionismo
su cui Hollywood punta ultimamente, da “Nemico pubblico” alla serie “Boardwalk Empire”.
Traffici di alcool, gangster con le tasche piene di mazzette,
poliziotti corrotti e un cattivo macchiettistico interpretato
splendidamente da Guy Pearce. L'errore è quello di affidare il ruolo principale a Shia LaBeouf che cerca di redimersi dopo aver venduto l'anima al diavolo (e a
Michael Bay). Imbolsito e ruvido, l'attore interpreta il minore dei tre
fratelli protagonisti, colui che impara la necessità di proteggere la
propria famiglia a costo di versare sangue.
Tom Hardy è il più duro dei
fratelli, onesto, saggio e capace di scatenare l'inferno se gli viene
fatto un torto. Il migliore dei tre è forse Jason Clarke, minaccioso, di poche parole e un po' fuori di testa. E cataloghiamo alla voce “Cool” anche Jessica Chastain, sempre brava e affascinante, alle prese con un personaggio poco credibile per quei tempi.
Come si fa, però, a puntare soltanto sull'estetica di un'epoca perfetta
per il grande schermo quando gli spunti creativi possono essere
numerosi? Non basta che Hillcoat riunisca un buon cast e di tanto in
tanto faccia scorrere improvvisamente qualche litro extra di sangue con
sequenze di pestaggi. Narrativamente “Lawless” sta ai suoi tanti predecessori come “Blow” sta ai gangster movies di Scorsese. Abbiamo già visto tutto.
di Pierpaolo Festa