Knockout - Resa dei conti
Inizialmente concepito come una storia action alla Nikita, Knockout è interpretato dalla campionessa di arti marziali Gina Carano nei panni di Mallory Cane, super soldatessa che dovrà scoprire chi la ha incastrata nel corso della sua ultima missione. Un'operazione che lei ha fallito e nella quale c'è stato un omicidio. Michael Douglas sarà un potente funzionario del governo, Ewan McGregor sarà il capo dei corpi speciali, Paxton e Fassbender interpreteranno i colleghi della protagonista.
Action thriller à la Bourne rivisitato in chiave girl power,
e contestualizzato nel mondo reale dalla macchina da presa di un
regista che purtroppo non riesce a frenare il suo snobismo. In altre
parole “Knockout – Resa dei conti”, un'occasione mancata per Steven Soderbergh, il cui film esaurisce il carburante già a metà strada, arrivando a stento a un finale chiuso in fretta e furia.
Ciò non vuol dire che non si provi un certo gusto nel vedere Gina Carano prima pestare a morte i suoi nemici e poi fuggire saltando di palazzo in palazzo sui tetti di Dublino. La scena del duello con Michael Fassbender vale il prezzo del biglietto,
per quanto sia stata spoilerata a dovere nei trailer. Una sequenza
mozzafiato in cui pugni e movenze diventano davvero sexy: vedere i due
che se la danno di santa ragione, distruggendo una suite, provoca la
stessa soddisfazione di una bella scena d'amore.
A tratti si respira il tocco del Soderbergh di “Traffic”
in chiave action, altre volte il regista esagera utilizzando diversi
toni fotografici nel corso di una sola sequenza (si veda tutta
l'operazione a Barcellona) e provocando confusione narrativa agli occhi
dello spettatore. Insomma finché si concentra sull'action e sui
miracoli acrobatici di Gina Carano (promossa a pieni voti come
neo-attrice, almeno finché si tratta di questi ruoli), “Knockout – Resa dei conti” funziona a dovere.
Se da una parte è un piacere ritrovare sullo schermo le star nei panni
dei cattivi, dall'altra si poteva pretendere qualcosa in più dalla
storia: gli intrighi vengono appena abbozzati, i personaggi sono
monodimensionali e quando è tempo di vendetta ci viene mostrato ben
poco. Ecco perché si ha la sensazione che il film rappresenti più un
esperimento per Soderbergh, regista che forza troppo la mano nel cercare
di creare un action raffinato.
di Pierpaolo Festa