Frost/Nixon - Il Duello

Frost/Nixon - Locandina

Estate 1977. Lo showman inglese David Frost e l'ex Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, sono protagonisti di uno tra i più leggendari confronti mandati in onda dalla televisione americana. Nel corso di quattro serate, i due riuscirono a tenere incollati al piccolo schermo oltre 45 milioni di spettatori e l'intervista si concluse con l'eclatante ammissione di colpa dell'ex Presidente, sullo scandalo Watergate, che sbalordì il mondo intero.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Frost/Nixon
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
DURATA
122 min.
USCITA CINEMA
06/02/2009
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2008
L'intelligenza di alcuni cineasti americani non dovrebbe essere misurata dai loro successi, ma dalle opere più personali e dimesse che possono poi realizzare proprio grazie ai risultati economici dei loro lavori più commerciali. Prendiamo ad esempio Ron Howard, autore reduce dai clamori e dalle sale piene del suo “Il codice Da Vinci” (The Da Vinci Code, 2006): dopo aver rinsaldato la sua posizione all'interno dell'establishment hollywoodiano si è dedicato al progetto più contenuto di “Frost/Nixon”, adattamento cinematografico della piece teatrale di Peter Morgan. Ebbene, la storia della leggendaria intervista fatta all'ex presidente dimissionario Richard Nixon dall'anchorman David Frost viene trasformata in un piccolo grande gioiello di finezza cinematografica, una pellicola impostata come un thriller psicologico che si trasforma in molti momenti in un duello sublimato, che sembra quasi rimandare ad un incontro di pugilato tra due contendenti agguerriti e pronti a colpire.

Il primo, grande pregio del film sta nello script di Peter Morgan, uno scrittore che sta dimostrando di lavoro in lavoro una straordinaria capacità di coniugare affresco storico-politico ed introspezione psicologica. Pensiamo ad un altro ottimo copione come “The Queen” (id., 2006): in questo suo nuovo lavoro Morgan riesce addirittura ad inserire nella struttura narrativa ad orologeria lo sviluppo di due personaggi dalla vita interiore sfaccetta a complessa, perfettamente raccontata sul grande schermo. Ma la vera grandezza della sceneggiatura non sta tanto nelle cosiddette “scene madre”, quanto piuttosto in quelle apparentemente di raccordo, che nascondo alcune finezze di scrittura davvero impressionanti.

Dal punto di vista del cast d'attori, i due protagonisti Frank Langella e Michael Sheen – che già avevano interpretato le rispettive parti a teatro – compongono una coppia pressoché perfetta nel dettare con tempi drammaturgici scanditi alla perfezione. Accanto a loro un cast di comprimari di valore inestimabile come Kevin Bacon, Sam Rockwell, Oliver Platt e la sempre più convincente (e bellissima) Rebecca Hall.

Ma torniamo a Ron Howard, che dirigendo con assoluta maestria e lucidità questo “Frost/Nixon” si dimostra uno dei più lungimiranti ed ispirati cineasti presenti oggi nella scena americana, un regista capace di essere “populista” nel senso migliore del termine, e cioè quello che vuole mescolare racconto sincero ed indagatore della storia del suo paese con uno spettacolo capace di garantirsi il favore del pubblico.

Sotto questo punto di vista opere come “Ransom” (id., 1996), “A Beautiful Mind” (id., 2001) e soprattutto il sottovalutato “Cinderella Man” (id., 2005) sono assolutamente esplicative di questa grande capacità di Howard, che lo accomuna a grandi narratori come Spielberg o Zemeckis. Sintetico, tagliente, perfettamente calibrato, “Frost/Nixon” è uno dei lungometraggi più riusciti di questa stagione di cinema, e merita senza alcun dubbio di essere tra i protagonisti della prossima notte degli Oscar. Ancora una volta applauso incondizionato a Ron Howard ed alla sua sagacia nel saper scegliere prodotti perfettamente in linea con le sue qualità di cineasta. Anzi, di autore.