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Marcello Pagliero

DATA DI NASCITA: 15/01/1907
LUOGO DI NASCITA: Londra, Inghilterra
DATA DI MORTE:
Figlio di un genovese e di una francese, Marcello compie gli studi in Italia, arrivando a laurearsi in Legge. Dopo aver collaborato a diverse riviste e giornali come critico letterario e d'arte, iniziÒ a dedicarsi al cinema come traduttore di dialoghi per film stranieri, e dal 1940 scrisse copioni per film italiani di non grande rilievo diretti da Giorgio Simonelli e Flavio Calzavara. Nel 1943 passÒ dietro la macchina da presa, ma i suoi primi tentativi di dirigere un film non furono molto felici; inizia tre pellicole e ne deve abbandonare due per mancanza di finanziamenti e soprattutto per il precipitare degli eventi bellici. Sul set di "Scalo merci" incontra Roberto Rossellini, che diventa suo amico e lo fa partecipare, nel 1945 come attore e aiuto operatore, insieme a Carlo Di Palma e Gianni Di Venanzo nel capolavoro "Roma cittÀ aperta". Insieme a Rossellini, scrive il soggetto di un'altra opera cardine del neorealismo, "PaisÀ" (1946). Sempre nel 1946 riuscÌ a dirigere il suo primo film, "Roma cittÀ libera", di ambientazione neorealista, ma in realtÀ surreale e fiabesco, sceneggiato da Ennio Flaiano, Cesare Zavattini e Marcello Marchesi, e interpretato da Vittorio De Sica. Distribuito soltanto due anni dopo la realizzazione, il film si rivelÒ un insuccesso. Dopo aver recitato nel film "L'altra" (1947) diretto da Carlo Ludovico Bragaglia, si trasferÌ in Francia, dove iniziÒ una carriera come attore in diversi film drammatici e noir e continuÒ quella da regista, dirigendo il suo film piÙ importante, "Un homme marchÉ dans la ville", ritenuto da molti il suo capolavoro. Rientra in Italia verso la metÀ degli anni '50, per l'unica sua esperienza teatrale in un'edizione de La Mandragola (1953) di NiccolÒ Machiavelli e alcune altre cinematografiche, dirigendo nel biennio 1954-1955 film drammatici come "Vestire gli ignudi" (1954), tratto da Luigi Pirandello, "Vergine moderna" (1954) e avventurosi come "ChÉri-Bibi" (1954). Decide infine di tornare in Francia, dove dirige altre opere di non particolare rilievo e continua piÙ saltuariamente le apparizioni come attore fino al suo ritiro, avvenuto verso la fine degli anni '60.