Billy Wilder

Billy, alla fine degli anni Vent, dopo aver abbandonato la facoltà di Legge inizia a scrivere sceneggiature a fianco di Robert Siodmak, Ulmer, Zinneman e Schufftan. on l'avvento di Hitler al potere nel 1933, per le sue origini ebree è costretto a trasferirsi prima a Parigi, dove lavora come coregista, poi negli Stati Uniti. A causa del nazismo durante la guerra perde la madre e altri membri della sua famiglia in un lager. Riesce ad inserirsi quasi subito nell'ambiente cinematografico grazie ad alcuni contatti come quello con Peter Lorre. Dal 1935 al 1941 scrive copioni per la Paramount, collaborando a film di Lubitsch e Hawks. Prima di approdare seriamente al genere comico, Billy si cimenta con altri generi, dal noir con il film "La fiamma del peccato" (1944), al melodrammatico con "Giorni perduti" (1945), premio Oscar per la regia e per la sceneggiatura e Gran Premio della Giuria a Cannes; al cinema sociale con "L'asso nella manica" (1951). Nel 1950 dirige "Viale del tramonto", un vero capolavoro, in cui il sogno americano per antonomasia, vale a dire Hollywood, si colora di sconcertanti sfumature horror. Il film ottiene due premi Oscar, per la regia e per la sceneggiatura. Nel decennio 1960-70 cambia genere e dirige 5 commedie divertenti, tra queste "A qualcuno piace caldo" con Marylin Monroe e Tony Curtis, e "L'appartamento" (1960) con cui ottiene l'Oscar. Vincitore di tre Golden Globe, il regista ottiene numerosi premi alla carriera: quello dell'American Film Institute nel 1986, l'Orso d'Oro a Berlino nel '93, il Preston Sturges Award nel '91 e a Venezia il Leone d'Oro alla carriera nel '72. Si ritira dalle scene nel 1981. Muore all'età di 95 anni di polmonite nella sua villa di Hollywood, accanto alla figlia Victoria e alla seconda moglie, Audrey, di 53 anni.