Un politico devoto al sesso extraconiugale, alle raccomandazioni e ad ogni genere di corruzione. Viene colpito da una forma di demenza che lo costringe a dire sempre la verità. A costo di mettere in imbarazzo se stesso, la sua famiglia e l'intero Paese. Sembrerebbe l'incontro perfetto tra Woody Allen e Bugiardo, Bugiardo, però Viva l'Italia risulta meno cattivo del primo e a tratti più "fantascientifico" del secondo.
Massimiliano Bruno (il Nando Martellone di Boris che lo scorso anno ha diretto il brillante Nessuno mi può giudicare) realizza una pellicola corale che vuole riflettere sulla situazione del nostro Paese tra satira, parentesi serie da script madness (a un certo punto mette in mezzo anche il dramma de L'Aquila) e che finisce per rifugiarsi inevitabilmente nella famiglia che si riunisce come principio di salvezza individuale. Più un pistolotto finale sulla ricerca della verità come diritto e dovere di ogni cittadino.
Un paio di buone idee ci sono, come quella di partire dalla commedia leggendo a voce alta la Costituzione Italiana: "Rileggendola mi sono accorto di quanto fosse inapplicata - afferma Bruno - In questo modo ho capito che, proprio come altri avevano fatto prima di me, avrei potuto sottolineare alcune idiosincrasie sulla situazione di questo paese". Il regista scaglia un paio di frecciate verso il cinema nostrano: "Questo film ha gli spettatori nel cuore. Un certo cinema italiano, invece, ignora il pubblico. La politica sta perdendo il popolo, il cinema d'autore lo ha perso da un pezzo. Dobbiamo tornare a dire qualcosa di intelligente nelle commedie, trovando un'alternativa invece di soffermarci troppo sul marcio che c'è in questo Paese. Non è che in Italia sia tutto marcio, ma vogliono farci credere che lo sia. Uno deve cominciare a proporre un'immagine di trasformazione, una possibilità di cambiamento. Questo è il motivo per cui ho fatto questo film".
Una commedia discontinua interpretata da una bella squadra di attori il cui leader indiscusso è Michele Placido nei panni del politico colpito da malore: "Ho letto il copione e mi sono spaventato. Mi vedete ai Festival quando perdo le staffe e mi incazzo... ma in realtà sono molto timido. La mia paura era quella che avremmo osato troppo. Ho deciso di farlo pensando ai miei figli e ricordandomi di come anche io alla loro età ero un giovane incazzato e deluso". L'attore rincara la dose trasformando il suo discorso in un vero comizio: "Dobbiamo fare politica: io mi schiererò alle prossime elezioni. Più di quanto abbia già fatto in passato".
A proposito della critica al nostro Paese, Raoul Bova aggiunge: "I nostri personaggi sono degli sconfitti, ma un messaggio di speranza dobbiamo comunque darlo ai nostri figli". Ambra Angiolini, sua sorella nel film, continua: "Forse la chiave è proprio aprirsi, confidare in altre persone in questo momento particolare in cui tutto ci impone a stare da soli". E quando qualcuno dalla platea etichetta il film come "Finto-impegnato", Alessandro Gassman tuona: "Questo è impegno. Anche se fa ridere. E' un film che va avanti con coraggio".
Viva l'Italia, in uscita il 25 ottobre, è distribuito da 01 Distribution.
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Dopo Nessuno mi può giudicare, Massimiliano Bruno alza il tiro con una commedia discontinua interpretata da un buon cast
22.10.2012 - Autore: Pierpaolo Festa