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Una diva in amore

In occasione dell'anteprima nazionale di "Per sesso o per amore?" di Bertrand Blier, abbiamo incontrato la protagonista: una splendida Monica Bellucci

Monica Bellucci

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
Come è stato il tuo incontro con Bertrand Blier?
Credo che Blier sia un grande maestro del cinema e della cultura francese. Quando mi ha proposto di interpretare questo ruolo ho accettato subito, senza nemmeno leggere il copione. Dopo avermi vista in “Irreversible”, Blier ha deciso di scrivere questo film apposta per me. E devo dire che è stato molto stimolante lavorare su un personaggio così complesso. Trovo che "Per sesso o per amore? sia molto poetico e molto poco lineare. Un tipico film francese. 

Parlaci di Daniela, il tuo personaggio.
Daniela è un personaggio eclettico. Non è solo una prostituta. Una come lei non esiste nella realtà. Per questo Daniela è una prostituta che fa sognare. La teatralità è una componente molto importante in questo film. Ecco, Daniela  è una donna teatrale, che non sa resistere alla passione, né tantomeno all’amore. E’ fragile e forte, dolce e determinata al tempo stesso. Direi che Per sesso o per amore?"  sia un film femminista. E Daniela potrebbe essere una specie di novella Bocca di rosa...           

Il senso del pudore è uno degli argomenti centrali del film. Che ha diverse scene di nudo...
Io vengo dal mondo della moda. Sono abituata al nudo, ho lavorato sul nudo con i più grandi fotografi del mondo. E non ho problemi nel mostrare il mio corpo al pubblico. L’importante è affidarsi sempre a professionisti che sanno bene quel che fanno. Ecco, lo stesso è accaduto con Blier. Quando hai fiducia nel lavoro del tuo regista, puoi fare in modo che anche il tuo corpo sia un oggetto di lavoro. Perché non si recita solo con la voce e con le parole, ma anche con i gesti e con il  corpo, appunto. L’importante è non scadere nella gratuità, che rende il nudo davvero poco interessante.

Nel film si parla di amore ma anche di sesso. Che rapporto c’è fra sesso e amore?
Personalmente, io ho bisogno di entrambe le cose. Il desiderio fisico che c’è all’inizio di una relazione dovrebbe pian piano trasformarsi in amore. Ma se il sesso rimane fine a se stesso, il rapporto diventa sterile. Per quanto riguarda il mio personaggio, direi che Daniela è una donna poco abituata ai sentimenti veri. La sua vita è fatta di puro desiderio e quando incontra l’amore, subito si trasforma in una creatura molto fragile.

In questo lavoro non hai doppiato te stessa. Come mai? 
Doppiare un film significa recitarlo di nuovo per altre tre volte. Ed è un lavoro che non avrei mai potuto fare in questo periodo della mia vita. Giro quattro pellicole all’anno e poi c’è mia figlia Deva, che assorbe molto del mio tempo e delle mie energie. Ma sono contenta così. Mia figlia viene prima di tutto.

Come riesci a conciliare il tuo ruolo di madre con quello di attrice affermata?
Per fortuna Deva è ancora piccola e posso portarla sempre con me. Faccio un lavoro che mi concede molta libertà e che mi permette di star ferma anche un anno, se lo volessi. Tornando al film di Blier, lo ricorderò sempre con grande dolcezza perché ,durante le pause di lavorazione, mi chiudevo in camerino ad allattare mia figlia. Lo si capisce  anche dalle rotondità sospette del mio corpo...

Quali sono i tuoi prossimi impegni cinematografici?
Torno ora dalla Francia dove ho appena terminato di girare un film con Katrine Deneuve. E fra qualche giorno parto per gli Stati Uniti per iniziare "Shoot Them Up"  di  Michael Davis, con Clive Owen e Paul Giamatti. Si tratta di un ruolo molto bello, ma preferisco non anticipare nulla.
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