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Stefano Incerti: “Dimenticate il Natale, la mia Neve è pericolosa”

Arriva nei cinema il noir indipendente ambientato tra i paesaggi innevati dell'Abruzzo

Neve

11.12.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Non lasciatevi ingannare dal titolo Neve, dai paesaggi abruzzesi imbiancati e dall'uscita natalizia. Il film di Stefano Incerti non è il solito prodotto italiano distribuito durante le feste, piuttosto rappresenta un'alternativa intelligente al panorama dei film natalizi. Una storia intima a metà strada tra noir e western. Ci sono un uomo misterioso e una donna in pericolo che vagano nel cuore dell'Abruzzo carichi di segreti. Mistero e pericolo procedono di pari passo, assicurandosi di invertire i ruoli: è l'uomo, dunque, a ritrovarsi in pericolo, mentre la donna si trasforma in una specie di femme fatale.  

Credo che la neve, che spesso è legata a storie rassicuranti e natalizie, possa avere un che di impietoso proprio perché non viene colta immediatamente come ostile – rivela il regista ai microfoni di Film.it – Continua a cadere apparentemente leggera ma può diventare pericolosissima. Ottunde i movimenti e i ragionamenti come una droga. Ovatta i rumori e i sentimenti mettendoti come in uno stato di trance. Allo stesso tempo rispecchia un freddo interiore: non è solo paesaggio, ma soprattutto elemento drammaturgico principale”.


Esther Elisha e Roberto De Francesco, protagonisti di Neve.

Quanto l'aver avuto a disposizione un budget ridotto ti è stato paradossalmente di aiuto per affilare la creatività? C'è stato un momento chiave in cui hai capito, “ecco come faremo”? 
Ero assolutamente consapevole dei nostri limiti e delle nostre risorse. Abbiamo girato in tre settimane con una troupe ridotta all’osso. Ho fatto anche l’operatore alla macchina riappropriandomi totalmente del controllo dell’inquadratura come facevo da ragazzo quando giravo i miei Super8. Non credo che una dimensione più comoda, un budget più alto, mi avrebbe permesso di girare un film diverso. E poi la libertà che si conquista senza dover scendere a compromessi con broadcast o finanziatori, per esempio sulla composizione del cast, è una soddisfazione che non ha prezzo.

E infatti mi interessa capire come scovi i tuoi attori. È una scelta che fai a priori quella di prendere protagonisti non noti? È legata anche al budget produttivo?
Credo nella qualità dell’interpretazione, non nello star-system, che soprattutto in Italia attinge a canali non proprio ortodossi (spesso una trasmissione televisiva ti trasforma in un attore e professionisti, diplomati in scuole di recitazione, stentano anni). A me piace sperimentare, trovare nuove strade e soprattutto non sopporto quando il pubblico passa i primi quindici minuti a chiedersi “ma dove l’ho visto, ah sì in quel film, in quella fiction”, in una insopportabile e improbabile intercambiabilità. La domanda che voglio che ci si ponga alla fine del film è un’altra: “Com’è possibile che un attore così bravo abbia lavorato finora così poco?”… e lì purtroppo le risposte sono tantissime e sono convinto che le immaginiate da soli.



Esiste – dato il budget ridotto – una giornata tipo sul set oppure si tratta di costante improvvisazione con la troupe e con gli attori?
Il film era organizzato fino all’ultimo dettaglio. Meno tempo (e meno soldi) hai e più devi essere veloce ed avere le idee chiare. Ho conosciuto registi che improvvisano, la troupe inizia a canticchiare, si innervosisce, spesso ridacchiano. Amano vederti in difficoltà. Io so da giorni con i miei appunti e storyboard come voglio girare la scena e ho provato a lungo con gli attori le scene a tavolino come se fosse una pièce teatrale. Tutto quello che succede sul set può al massimo modificare qualcosa, ma poco, ed in meglio. Hitchcock diceva che girare film è noioso, che è molto più appassionante progettarli.

Dunque eccoti sul set di Neve pronto a girare con un budget ridotto all'osso. Quanto le condizioni meteorologiche sono state imprevedibili nel corso della lavorazione? La neve vera ha ostacolato le riprese? Vi ha regalato improvvise opportunità visive e narrative?
Dovevamo iniziare a girare un lunedì. Domenica mattina ancora niente neve. Ero disperato, girare il film con i praticelli fangosi sarebbe stato terribile. Ero sconfortato, mi sentivo come se uno dei tre attori principali si fosse infortunato o avesse accettato di fare un altro film. Poi domenica notte, verso le 22, è arrivata, ed ho sentito che ce l’avremmo fatta. Girare di notte è stato molto faticoso, dire però che ci ha soltanto ostacolato è ingiusto, perché l’abbiamo usata nella storia.  Nelle sequenze ambientate al cimitero ha nevicato costantemente. Sono arrivati perfino alcuni uomini della protezione civile a liberare le nostre auto. Erano le 4 del mattino quando ci hanno detto: “Ora basta, fate un po’ voi, noi non torniamo più”. Allora li ho fatti accomodare accanto al monitor e ho guadagnato un’altra oretta.


Il regista Stefano Incerti.

Alla fine di ogni intervista la nostra domanda tradizionale è: qual era il poster che avevi in camera da ragazzino?
Scorsese... avevo il poster di Taxi Driver.

Neve, attualmente in sala, è distribuito da Microcinema Distribuzione.
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