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Star Wars, il Giappone e i gattini su Youtube, l'intervista a Werner Herzog

Film.it incontra il grande regista, sui tetti di Cannes e al Biografilm Festival

12.06.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
"Per fare un film sarei pronto ad andare fino all'inferno. E a lottare col diavolo se necessario". Questa è una delle massime più celebri di Werner Herzog. Lo diceva anni fa, lo ripete anche adesso.

Film.it lo incontra due volte nel giro di un mese. La prima in una terrazza di un hotel a Cannes, dove Herzog ribadisce: "Posso garantirvi che non avrei paura di andare all'inferno. Quando fai questo lavoro pazzesco come il mio, allora devi liberarti della paura". Il regista tedesco è metodico, a ogni affermazione sul suo ego smisurato segue sempre una coda di humour. Come se non facesse sul serio. O, più semplicemente, come se volesse far credere di non fare sul serio. "Sono un tipo abbastanza umorale, quando il mio umore va giù, vado su internet a cercare i video dei gattini su Youtube. Sapete, alcuni diventano alcolisti, altri vanno da uno psichiatra, alcuni fumano erba. Io guardo i gattini".

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Una scena di Family Romance, LLC
 
Il secondo incontro con il regista tedesco avviene al Biografilm Festival di Bologna che lo premia alla carriera in occasione della nuova edizione, la quindicesima. Contattarlo è praticamente impossibile dato che il maestro non ha un telefono. "Arriverò lunedì pomeriggio con un treno da Roma" - aveva comunicato al festival che lo premia alla carriera. Nessuno sa altro. Ma il maestro arriva. E presenta ben due film: il documentario Meeting Gorbachev, dove lo vediamo intervistare l'ex leader dell'Unione Sovietica, e Family Romance, LLC, già evento speciale dell'ultimo Festival di Cannes. Un film che rappresenta l'avventura giapponese del regista, qui concentrato a raccontare la storia di un attore ingaggiato da una famiglia per impersonare il padre di una ragazzina. 
 
Il sito IMDB le attribuisce 73 lavori da regista. Tantissime storie girate in oltre cinquant'anni. E sono tutti lavori diversi. 
Sono tutti miei figli però. 
 
C'è una componente che comunque lega i titoli della sua filmografia?
Ammetto che nei miei film c'è tanto humour, perfino in quelli più oscuri: fa parte della mia visione del mondo. Racconto diversi personaggi ma vi basta guardare due minuti di un film per capire che lo ho diretto io. Succede anche con i film di Ingmar Bergman, vedi due minuti e capisci che è lui. 
 
Nel 2019 ha anche diretto un terzo film, Nomad, documentario sul giornalista e scrittore Bruce Chatwin. A 76 anni Werner Herzog gira tre film in un anno. E' mai stato così prolifico prima di adesso? 
Niente di nuovo per me. E' successo anche in passato. Qualche anno fa presentai due film al Festival di Venezia: Il cattivo tenente e My Son, My Son, What Have Ye Done. Nel film che ho girato in Giappone (Family Romance, LLC) sono stato molto veloce, perché lo ho pagato interamente di tasca mia. Ho dovuto recitare in Star Wars per recuperare un po' di soldi. 
 
Si riferisce alla serie The Mandalorian, lo spinoff di Star Wars? 
Proprio quella. Mi guadagno da vivere facendo l'attore. Parte dei soldi che ho speso su Family Romance li ho recuperati con la serie. Quindi non ho intenzione di smettere di recitare.  

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Herzog in Meeting Gorbachev
 
Ricorda ancora il primo momento in cui ha scoperto il suo amore per la macchina da presa? 
E' successo quando avevo undici anni. Non avevo idea che il cinema esistesse, ero solo un ragazzino di un minuscolo paese di montagna in Baviera. Non avevamo nemmeno l'acqua corrente a casa! Ricordo che mi costruivo da solo i giocattoli e inventavo i giochi. A undici anni ho scoperto che c'era qualcosa chiamato "cinema". Ho sentito immediatamente che avrei dovuto farlo e inventare il mio cinema personale.   
 
Quando ha avuto la certezza che avrebbe fatto il regista?
Avevo sedici anni e sapevo che avrei fatto film migliori rispetto agli altri registi. Ma all'epoca nessuno me li avrebbe mai finanziati. Ho iniziato a lavorare in fabbrica, facevo il saldatore nel turno di notte dalle 22 alle sei del mattino. Di giorno andavo a scuola e di notte guadagnavo i soldi per iniziare a girare immediatamente film in 35 millimetri. Ero già il produttore di me stesso. 

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Sessant'anni dopo non è cambiato:  fa ancora tutte queste cose ed esplora il mondo e le altre culture. Il suo nuovo film, per esempio, è interamente recitato in giapponese.
Non mi spaventa lavorare con una lingua che non parlo. E' già successo in passato quando ho filmato i nativi indiani in Perù nella foresta pluviale. Anche il tedesco per me è una lingua straniera: da bambino parlavo solo dialetto bavarese e avevo bisogno di un traduttore per il tedesco. La verità è che riesco a farmi capire facilmente sul set, anche grazie all'aiuto di chi traduce. Quando fai film, però, quello che conta è capire il cuore degli uomini. Devi essere in grado di guardare nell'animo dei tuoi attori, e in questo caso anche nell'animo di un Paese. Credo di non aver sbagliato nel rappresentare l'animo del Giappone. 
 
Il suo nuovo film parla di un lavoro a dir poco curioso. Un attore in affitto al servizio di diverse famiglie. Succede in Giappone. 
Era una storia così affascinante e così grande, volevo girarla immediatamente. Tutto è falso, ma le emozioni sono sempre vere. E' quello che scopriamo guardando il film. Non è nemmeno un concetto troppo lontano dalla nostra società occidentale, dove in pratica affittiamo membri di famiglia: pensiamo alle babysitter per esempio. Una cosa come Family Romance è però il futuro, non parla solo del Giappone ma di tutti noi. 


Tokyo fotografata in Family Romance, LLC

Oggi vive a Los Angeles, le piace essersi trasferito negli USA? 
Mi sento ancora uno straniero negli Stati Uniti. Ma sono anche felicemente sposato (la terza moglie, Lena Herzog, sposata nel 1999, NDR). Mi piace vivere a Los Angeles perché è la città con più "sostanza" negli USA. E nel mondo. Non mi riferisco al glamour, né a Hollywood che di certo non fa il cinema che preferisco. Parlo di internet che è esplosa proprio in quel posto. Ma anche dei missili che vengono riutilizzati, i videogame e le macchine elettriche. Tutto ciò che è rilevante nel mondo, e che è stato creato negli ultimi cinquant'anni, è iniziato a Los Angeles.  

Dunque è un fanatico di tecnologia? 
La verità è che non uso nemmeno il cellulare. Anzi non ce l'ho proprio. Ho fatto un film che racconta internet, Lo and Behold. Ed è l'unico film competente sull'argomento, perché non parla di internet o tecnologia, ma del lato umano di internet.   
 
Oltre a guardare i video dei gattini, dedica del tempo ai social media? 
Non li uso, ma non nego che siano affascinanti. Credo però che dobbiamo ancora imparare a gestirli. Così come la rete in generale. Di solito ci vogliono cinquant'anni per capirli di più. Ripenso all'epoca di Elvis Presley quando tutti avevano automobili gigantesche e si usciva con quelle macchine andando ai drive-in, ai drive-thru dei ristoranti. Insomma stavi sempre in macchina, perfino quando dovevi andare in banca. Cinque decenni dopo, le automobili sono più piccole: ci sono macchine guidate da robot ed elettriche. Ci sono voluti cinquant'anni per cambiare logica sulle automobili, e la stessa cosa succede con internet. Dobbiamo imparare come gestire la rete in maniera responsabile. 

Family Romance, LLC e Meeting Gorbachev arriveranno nei cinema prossimamente con I Wonder Pictures/Unipol Biografilm Collection.
 

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