Prodotto da Ridley Scott, Springsteen and I è un documentario – attualmente in fase di realizzazione – composto esclusivamente da video amatoriali che i fan del Boss inviano tramite il sito www.springsteenandi.com. Abbiamo esplorato il progetto in dettaglio insieme a Walsh.

Questo film segue la scia di Life in a Day, realizzato due anni fa e lanciato su Youtube. Mentre quello aveva un taglio più ampio, il vostro è un progetto più “monografico”...
Sì, è più a fuoco e più difficile in un certo senso. Life in a Day aveva una struttura: c'erano la mattina, il pomeriggio e la sera. Questo è più aperto. Non sono ancora sicuro della struttura narrativa che avrà il nostro film: saranno i fan a costruirla. Questo è veramente un film fatto dai fan e per i fan. In pratica loro mi danno le regole, me le dettano. Ecco come sarà il film.
Come sta andando la raccolta dei filmati?
Abbiamo già ricevuto più di tremila clip. Sono un po' deluso perché mi aspettavo più materiale dall'Europa. Vengono caricati costantemente video dagli States, ma per qualche ragione il responso dei fan europei non è stato grandioso. Spero di ricredermi: so bene che ci sono tanti seguaci di Bruce nel Vecchio Continente.
Eravate preoccupati che il materiale ricevuto sarebbe stato troppo simile nelle varie clip e non adatto per un film di novanta minuti?
Certo che sì. E lo siamo ancora. Questa è la natura dei documentari. Non saprai mai cosa otterrai. Quando ne giro uno, non c'è una sceneggiatura, non sai dove ti ritroverai. Occorre fare un balzo di fede. Tutte le volte è così.
Che tipo di clip avete già ricevuto?
Ne ho guardate tanti. Le migliori storie sono quelle personali. Springsteen è una voce che la gente riconosce perché è come se lui parlasse per loro. A volte ci sono storie fantastiche ed esperienze che sono simili alle canzoni scritte da Bruce. Ci sono tante grandi storie, alcune toccanti, molte di queste simili tra loro, e questo è anche interessante. Ovviamente è difficile decidere quale scegliere mentre sei in fase di montaggio.

Il progetto è sostenuto dalla casa di produzione di Ridley Scott. Anche lui è un fan di Springsteen?
Non saprei. Però posso parlare per me. Non sono arrivato a questo progetto da fan di Springsteen. Il mio approccio è quello di un regista. E' un bene che io non sia un fan. Ma lo sto diventando e apprezzo il suo talento e come lui riesce a toccare le persone. E' sempre stato sullo sfondo della mia vita, sebbene io non sia mai stato un “tramp”. Non sto facendo questo documentario con nozioni preconcette su chi è Springsteen secondo me. Sono i fan che mi stanno dicendo come fare il film.
In che modo Sir Ridley è coinvolto nel progetto?
E' il produttore esecutivo, ma non sarà lui ad analizzare il materiale. Il film è però è prodotto dalla sua compagnia. Lui ha dato la sua benedizione proprio nel modo in cui ce la ha data Bruce. Vedrà il risultato finale e speriamo che dica: “Sono orgoglioso di farne parte”.
Anche se questo non fa parte del concept originale, hai pensato di contattare gli attori a Hollywood o altri vip che siano fan del Boss?
Ovviamente siamo tentati. E qualcuno mi ha già chiesto di farlo: di contattare una o due persone famose per far raccontare la loro storia legata a Springsteen. Ma non voglio che sia un film su persone famose che si congratulano con persone famose. Voglio che sia un film fatto dai fan che di solito non hanno voce in capitolo né opportunità per spiegare i loro sentimenti verso la musica di Bruce. Può darsi che cambi idea, ma al momento voglio ascoltare le voci mai ascoltate e quelle tante voci che riecheggiano negli stadi mentre intonano una canzone insieme a Bruce durante i concerti.
In che modo pensi di rivolgerti anche a spettatori che non sono fan di Springsteen?
Penso che in primis questo sia un film che esplora come la musica può cambiare le vite. Anche se non sei un fan di Springsteen, tutti abbiamo una musica che ci ha colpito e ha fatto parte della colonna sonora della nostra vita. Gli spettatori ascolteranno storie legate a Springsteen e penseranno: “Questa è la mia stessa storia con i Roxy Music o David Bowie o i Rolling Stones”. La musica tocca le nostre vite e Springsteen è la chiave di questa storia.

In che modo l'entourage di Springsteen è coinvolto nel progetto?
Noi siamo andati da lui a chiedergli “la benedizione”. Ovviamente dovremo usare la sua musica. Loro erano molto felici di concedercela e ci hano chiesto di non essere coinvolti. Ecco come Bruce ha accettato questo progetto. Penso che lui sia emozionatissimo del fatto di non dover partecipare e lasciare che i suoi fan siano la voce principale.
Dove pensi che proietterete il film per la première mondiale?
Non ne sono sicuro. La gente vuole che io lo monti al più presto possibile. Io non so. La mia intenzione è finirlo per maggio o giugno. Dipende da quanti video riceveremo alla fine. Ma gli dedicherò tutto il tempo che serve.
Sarà presentato a qualche festival? Andrà nelle sale?
Penso che uscirà nei cinema e spero che lo ritroveremo a un Festival. Ma l'intenzione primaria è farlo uscire nelle sale cinematografiche.
Un'ultima domanda: hai una canzone o un album di Springsteen che ami in particolare?
Nebraska, perché è un album incredibilmente cinematografico. Adoro il fatto che lui lo abbia inciso in casa sua e lo abbia prodotto da sé. E naturalmente Wrecking Ball, uno dei suoi migliori di sempre. E' importante sentire Bruce arrabbiato mentre canta queste canzoni. Per ora deve esserlo, lui e tutto il mondo.
Il termine ultimo per inviare i filmati personali al sito Springsteen and I è stato prolungato fino a febbraio 2013. Chi scrive ha già inviato questo video.