Andrew Stanton è uno degli uomini chiave del team Pixar. Ha cominciato come sceneggiatore (candidato all’Oscar per “Toy Story”). Nel 1998 ha co-diretto “A Bug’s Life”; nel 2003 è arrivato il suo personale battesimo del fuoco, con l’indimenticabile “Alla ricerca di Nemo”. Sono passati cinque anni da quel film, ma adesso il regista riesce a spostare ancora una volta il limite dell’incredibile creato in casa Pixar. Benvenuti nel mondo di “Wall-E”, un progetto al quale Stanton ha lavorato per tantissimo tempo.
“Ho cominciato a scrivere Wall-E tanti anni fa – dichiara il regista - chi lo immaginava che sarebbe davvero finita così? Mentre ultimavo il copione, la Tv non faceva altro che parlare di ambiente e mi faceva perdere la testa. Non ho alcuna abilità politica e l’ultima cosa che voglio è fare il predicatore. Sono andato avanti col progetto, ho semplicemente pensato che quell'ambientazione rappresentasse un futuro abbastanza logico. L’ho sviluppato con la premessa che l’amore riesce a sconfiggere il programma prestabilito della vita e che gli esseri più robotici che ho mai incontrato siamo proprio noi umani!”.
A proposito delle origini del progetto, il regista rivela: “Una delle ottime cose successe alla Pixar è che sin dai tempi di Toy Story, abbiamo realizzato i film che volevamo realizzare. Quando abbiamo proposto Toy Story, ci siamo chiusi in una stanza e abbiamo realizzato quello che noi avremmo voluto vedere sullo schermo. Da quel momento abbiamo deciso che bisogna porsi su questi progetti direttamente col punto di vista di uno spettatore e non preoccuparsi mai delle statistiche di mercato. Io sono un padre di famiglia, ho dei bambini e li porto al cinema. E faccio il tipo di film che io voglio vedere. E se questo non corrisponde perfettamente con i gusti di qualcun altro, così sia. Ma, almeno, si tratta di arte filtrata attraverso il punto di vista dello spettatore”.
Una delle ispirazioni del regista era inizialmente “Guerre Stellari”. Nello spiegare il look del robot che ha creato, Stanton racconta: “Sin dall’inizio, quando ho saputo che avrei fatto il film, continuavo a ripetermi: “facciamo che parli come R2D2, come R2D2, come R2D2”. Jim Morris, il mio produttore mi ha detto: “perché non chiami lo specialista di suoni Ben Burtt” ed io ho pensato: “Wow! Si può fare?”. Quando l’ho chiamato gli ho detto: “Voglio che tu sia due terzi dell’intero cast”. Lui ha abboccato. Adesso che ho lavorato con lui per due anni, non credo che avremmo potuto raggiungere quello che abbiamo raggiunto, senza di lui”.
Il regista Stanton è già al lavoro sul suo prossimo progetto, “John Carter of Mars”: “Questo sarà il mio prossimo progetto. Al momento sono nel bel mezzo della fase di sceneggiatura. La sto scrivendo insieme a Mark Andrews, uno dei realizzatori di Ratatouille e Gli Incredibili. Mi piace pensare che io sono un po’ Country e lui è più Rock and Roll e insieme copriamo tutte le basi di quello che sentiamo essere la storia. Siamo entrambi cresciuti con le serie di libri di John Carter of Mars e non possiamo credere che fino ad oggi siamo riusciti a tenerci stretto il progetto. Abbiamo passato un anno a cercare di realizzare una storia per cui ne valga davvero la pena. Questa è la cosa che ho davvero imparato alla Pixar: non essere distratti dalle potenzialità e semplicemente scrivere la migliore storia possibile. Non abbiamo ancora pensato a come lo metteremo in scena, ma abbiamo passato l’intero anno ad adattarlo al meglio per lo schermo”.
Vi ricordiamo che "Wall-E" esce finalmente oggi in tutta Italia distribuito dalla Walt Disney.


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Speciale Wall-E: un lavoro da genio
Andrew Stanton, il regista di "Wall-E", spiega come è nato il progetto e da dove è venuto fuori questo nuovo irresistibile personaggio della Pixar.

17.10.2008 - Autore: Pierpaolo Festa