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Shawn Levy tra robot e arti marziali miste

In esclusiva l'intervista al regista di "Real Steel" che ci racconta della telefonata con Spielberg e di come senza "Avatar" non avrebbe mai potuto realizzare il film

Real Steel - Shawn Levy

18.10.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
Immaginate la situazione: siete nel vostro ufficio e d’un tratto il telefono squilla. Dall’altra parte della cornetta viene fuori una voce calda di un uomo che vi dice: “Ciao Shawn, sono Steven Spielberg”.  Ecco cosa è successo al regista Shawn Levy: “Steven mi ha chiamato e mi ha subito offerto di dirigere il film. Sin dal nostro primo incontro ho sentito un legame speciale sia con lui che con gli altri della Dreamworks”.

Un anno e mezzo dopo, questo legame speciale è diventato una realtà, traducendosi in cinema: sullo schermo vediamo Hugh Jackman nei panni di un ex pugile diventato allenatore di giganteschi robot pronti a darsele di santa ragione sul ring. Tutto questo è “Real Steel”, pellicola che arriverà sugli schermi italiani a novembre (leggete qui le prime recensioni americane). Se c’è una cosa nella quale il regista Levy si è specializzato è quella di realizzare “un prodotto che abbia cuore e che allo stesso tempo sia davvero divertente”. Lo abbiamo visto sia in “Una notte al museo” che nel delizioso “Notte folle a Manhattan”: “D’altra parte ‘Real Steel’ ha rappresentato un po’ un territorio inesplorato – continua il regista - La possibilità di esercitare nuovi muscoli e realizzare qualcosa di più diverso rispetto alle mie commedie. Mi sento come se fossi passato al livello successivo”.

Hugh Jackman ripara il suo robot

Quanto è importante però continuare a divertirsi sul set?
E’ semplice: devo divertirmi tutti i giorni! Fare film è faticoso e a volte ti impedisce di stare insieme alla tua famiglia.  Sul set di “Real Steel” è stato fantastico dirigere tutte quelle comparse sugli spalti durante i combattimenti. Giravamo in Michigan ed erano tutti felici di partecipare alle riprese. Nelle scene di lotta mi mettevo al centro del ring a orchestrare il loro tifo. È stato incredibile avere questa sensazione di controllare migliaia di comparse con un solo gesto e fermare le loro urla in un secondo. Ecco perché le sequenze di combattimento del film sono così intense: loro si sono impegnati tanto quanto le star del film.

Sebbene sia futuristico e abbia robot come protagonisti, “Real Steel” riesce comunque a ricreare un’atmosfera abbastanza credibile. Come ci siete riusciti?
Quando sviluppavamo il film io e il production designer Tom Meyer abbiamo guardato tantissime fotografie pubblicate su riviste o libri di arte e architettura. Quello è stato un po’ come consultare un dizionario visivo per il film. Volevamo che “Real Steel” avesse un’atmosfera senza tempo, ovvero un po’ retro ma con elementi futuristici. Un collage di epoche. Gran parte dei film futuristici si affida a una fotografia con colori desaturati e preferisce un look metallico. Noi abbiamo scelto la direzione opposta, accendendo i colori.

Shawn Levy sul set con Jackman

Più che boxe, in “Real Steel” vediamo i robot alle prese con arti marziali miste. Come mai avete scelto questo sport?
Penso che la gente che è cresciuta con Alì e Tyson si sia resa conto che quell’epoca è finita. Adesso è l’ora delle arti marziali miste. E forse penso ci si diverta di più. Ecco perché la premessa di “Real Steel” mi ha interessato: si tratta dell’evoluzione di quello che un giorno chiameremo entertainment. E alla fine quando si arriverà a troppa violenza tra esseri umani, anche noi ci affideremo ai robot, per tagliargli le teste e le braccia!

Come è stato girare in motion-capture e creare robot alti tre metri?
Be’ avevo già sperimentato questa tecnologia nei film di “Una notte al museo”, ma questa volta è stato diverso. Questa volta non ho avuto a che fare soltanto con animatori in post-produzione, sul set stavo sul ring insieme a veri pugili. Abbiamo ridotto la loro velocità mentre li trasformavamo in robot, scegliendo di rallentare il loro movimento fino all’89%. In questo modo abbiamo tolto la velocità ma gli abbiamo dato più massa. Quello che abbiamo fatto non era mai stato fatto prima. Però devo dire che senza “Avatar” non ci saremmo mai riusciti. James Cameron ha creato Pandora, un mondo che non esiste, utilizzando il motion-capture su uno sfondo immaginario. Noi abbiamo preso il motion-capture e come sfondo abbiamo usato vere arene.  

Levy e la sua star, Atom
 
Questo film indirizzerà la sua carriera verso progetti più seri?
Mi piacerebbe moltissimo. E so che mi sentirei a mio agio anche a esplorare il dramma. Se dovessi elencarvi la top ten dei miei film preferiti, trovereste più drammi che commedie. Pellicole tipo “Le ali della libertà”. Penso che se facessi dramma verrebbe comunque fuori un film non cinico, positivo e in un certo capace di ispirare. L’esempio migliore è “Will Hunting – Genio ribelle”, mi piacerebbe tantissimo fare un film del genere. Quindi sono felice di aver ampliato i miei orizzonti.

Real Steel”, in uscita dal 25 novembre, è distribuito da The Walt Disney Company Italia

Per saperne di più
La nostra video recensione da New York
Il trailer del film 

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