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Schwarzy: vi spiego perché sono un attore migliore

Arnold Schwarzenegger torna al cinema da protagonista assoluto con The Last Stand - L'ultima sfida. La nostra intervista

Arnold Schwarzenegger

02.02.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Arnold Schwarzenegger è uno di quelli per cui nulla è impossibile. Un uomo testardo che non vede l'ora che qualcuno gli dica che “una cosa non si può fare”. Lui ci metterà tutta la sua anima per dimostrare il contrario. E nella sua vita ci è riuscito più volte. Incontrare l'ex governatore della California è un'esperienza bizzarra: da una parte la linea sottile che separa un'intervista da un comizio politico viene facilmente oltrepassata, dall'altra ci si trova anche a gestire un po' di emozione davanti a lui, icona degli anni Ottanta e Novanta. Assente per dieci anni dal grande schermo, adesso è tornato con The Last Stand - L'ultima sfida, quello che lui definisce "un action tradizionale alla Schwarzenegger. E cioè intenso ma anche con quel tanto di umorismo giusto per alzare il livello di intrattenimento".

Schwarzy si presenta con un enorme anello a forma di teschio nella mano destra e un anello da governatore nell'altra mano, il cui polso è sigillato da un cronografo grande quanto un televisore da quarantadue pollici. Ovviamente non manca il sigaro che poggia sul tavolo vicino alla sua tazza di caffé.

Hai raggiunto la celebrità tramite diverse professioni: quanti Arnold esistono dunque?

Sono solo io. Una persona irrequieta e affamata costantemente di novità. Ecco cosa mi guida. Che sia sport, cinema o politica.

A un certo punto di The Last Stand, il tuo personaggio dice di aver paura. Una cosa insolita per uno dei tuoi eroi. Quand'è che nella tua vita hai avuto paura?

Be' la paura è naturale e c'è sempre. Però bisogna andare avanti e par farlo bisogna affrontare la paura, e dominarla. Altrimenti rimani fregato. L'unico modo di andare avanti è liberarsene.

Sei tornato al cinema dopo dieci anni. Come mai hai scelto proprio questo film?

Perché mi interessava interpretare il ruolo del perdente. L'uomo vulnerabile. Uno sceriffo che sta per ritirarsi e ha perso fiducia in sé stesso. Poteva essere un eroe in passato, invece è rimasto ferito dentro per le brutte cose che ha visto sul lavoro. Adesso è proprio lui l'ultima speranza per fermare un pericoloso trafficante di droga e per farlo dovrà scavare dentro di sé e trovare il coraggio. Questa era una storia affascinante che non avevo mai fatto prima.

Hai già in cantiere uno svariato numero di film. Tutti action. Ti vedi in futuro in qualche altro film, magari in un dramma?
Non mi sono mai limitato. Interpreterei qualunque ruolo se trovassi un ottimo copione, un regista pieno di talento e un personaggio interessante. Devo dire che tutti i miei prossimi film saranno incentrati su personaggi che non ho mai interpretato prima. Lo vedrete sia in The Last Stand che in The Tomb e poi Ten. Ne vedrete delle belle.

Quanto la politica ti ha cambiato come attore?

Direi che mi ha reso un attore migliore. Sono stato testimone non solo di aspetti positivi del mondo, ma ho visto anche la sofferenza. Se assisti ai funerali di poliziotti caduti o di pompieri o militari tornati dall'Iraq, vedi le loro famiglie, i loro bambini. E rimani colpito. Diventi una persona migliore Direi dunque che la politica mi ha aiutato ad arrivare ad emozioni più profonde.

Al cinema ti vediamo sempre pronto a scaricare interi caricatori sui cattivi. Nella vita sei affascinato dalle armi? Ne possiedi qualcuna?
A dire la verità mi tengo tutte le armi che uso nei film. Ne ho tantissime: una vera collezione. Non le uso chiaramente. Però mi piace andare al poligono con gli specialisti che mi addestrano tutte le volte che devo girare un film. E' una cosa importantissima e ti aiuta a rendere meglio il personaggio. In The Last Stand ho fatto anche la follia di praticare la guida in mezzo ai campi di granoturco come potete vedere nell'emozionante inseguimento nel finale.

Hai fatto il governatore. Adesso sei tornato a recitare. Qual è la tua prossima sfida?
Insegnare presso l'Università del Sud della California, la USC dove hanno creato l'Arnold Schwarzenegger Institute. Incontro i giovani studenti e spiego loro come diventare leader. E' una cosa all'esterno della politica, fuori dalla concezione dei partiti. Spiego ai miei studenti che loro sono il popolo, non i partiti. E che non bisogna rimanere intrappolati in giochi politici.

La tua crociata più memorabile?
Quella per promuovere salute e fitness. Ci ho messo quaranta anni a vincerla! Però guardate adesso: in ogni hotel c'è una palestra e un centro benessere. Negli ospedali ci sono i centri di riabilitazione. E lo sport è presente anche nelle basi militari, nelle stazioni di polizia. E nelle università. Abbiamo cominciato noi questa rivoluzione. Adesso voglio dedicarmi all'ambiente: vorrei andare dappertutto a discutere dell'importanza di lavorare insieme per ispirare le persone a trovare nuove tecnologie per il nostro futuro.

The Last Stand - L'ultima sfida, in uscita il 31 gennaio, è distribuito da Filmauro.

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