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Rocco Siffredi commosso a Venezia: “Dopo questo documentario sto meglio”

La star del porno si racconta nel film Rocco, che svela tutto sulla sua vita privata e professionale. “Avevo bisogno di farlo per svuotarmi”

Rocco

05.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Si commuove Rocco Siffredi durante l’incontro con la stampa tenuto a Venezia in occasione della presentazione di Rocco, documentario di  Thierry Demaizière e Alban Teurlai sulla pornostar italiana più famosa nel mondo. La sua voce si spezza ripensando al lungo processo di lavorazione del film: tre anni con una troupe a seguirlo in ogni aspetto della sua vita, privata e professionale.

 
Rocco è un film in cui Siffredi si apre completamente, si denuda sia metaforicamente che fisicamente, e si confessa davanti alla macchina da presa dei due registi francesi senza nascondere nulla, nemmeno la dipendenza dal sesso che lui chiama il suo “demone”. “Ho fatto questo film perché era arrivato il momento di svuotarmi per intero. Mi avevano già chiesto di fare un documentario sette o otto anni fa, ma non ero pronto. Dopo aver visto il film ero estremamente emozionato, l’ho trovato molto sincero” e “ora sto meglio”. La sincerità era anche il diktat numero uno di Siffredi: “Dopo tre anni di riprese sapevo, perché anche io mi occupo di riprese e montaggio, anche se di altro tipo, che con così tanto materiale puoi fare diventare il film quello che vuoi. Ai registi ho chiesto di essere sinceri: non volevo un ritratto tutto positivo, ma un film in cui uscisse fuori la mia personalità, i lati positivi e negativi”.
 
“In questo film ci sono gli ultimi tre anni della mia vita, un momento molto particolare – continua Siffredi riferendosi alla sua decisione di lasciare il ruolo di attore porno – La pornografia mi ha dato tantissimo e mi ha permesso di realizzare un sogno che avevo fin da quando a 11 anni sfogliavo Super Sex”. Ma, rievocando la sua infanzia e adolescenza a Ortona, in Abruzzo, confessa: “Quando finalmente decisi di fare questo lavoro a 20 anni, mi si misero tutti contro, dal medico di famiglia alla mia famiglia stessa, che mi vietò di toccare i miei nipoti. La mia anima mi ha portato a continuare e oggi dopo trentadue anni non mi pento della scelta. I primi problemi sono arrivati con la famiglia: cominciai a vivere il porno con un senso colpa che non avevo mai avuto prima. Sono ventiquattro anni che torno a casa dopo una scena, guardo mia moglie negli occhi e cerco di capire se è tutto ok. Noi italiani nasciamo così, abbiamo questa mentalità e vogliamo la moglie santa e la zoccola da un’altra parte. Pur avendo fatto per trent’anni questo lavoro mi porto dietro ancora queste idee, ed è questo che mi logora dentro”.

 
Ha mai pensato che i suoi figli potessero seguire la sua strada? “Per fortuna no. Loro hanno caratteri molto diversi, il primo è un romantico come sua madre, ha una fidanzata da cinque anni e vede solo lei. Non che io sia diversamente romantico, ma certamente un po’ diverso lo sono”. Il futuro cosa gli riserva? “Spero di essere un buon nonno”. Ma, aggiunge, “non dirò mai più se ricomincerò a fare porno o se ho smesso davvero. Farò quello che mi sento”.

Rocco sarà distributo da BIM con un'uscita evento dal 31 ottobre al 3 novembre.
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