Toscano, passato da Franco Zeffirelli a Anne Riitta Ciccone, negli ultimi anni il cinema lo vede diretto da Carlo Verdone e Eleonora Giorgi, ma è soprattutto il piccolo schermo a rendere Roberto Farnesi un volto noto per il grande pubblico.
Oggi, torna in sala con un film interpretato nel 2011 del quale è protagonista (quasi) assoluto – Oggetti smarriti di Giorgio Molteni – e del quale ci parla, scivolando nella confidenza…
Che vita possono avere film piccoli ma interessanti come questo. Sembrerebbe molto adatto a una distribuzione web, ne avete parlato? Cosa vi aspettate?
Si, la vedo come te, ma è già tanto aver trovato una distribuzione che ci ha consentito di esserci, di esistere. In Italia il problema della distribuzione è primario. E poi credo che ci sarà una distribuzione su Sky e in homevideo…
Il doppio titolo, ‘Lost and found’, presuppone vendite estere? Ti sei dovuto ridoppiare in inglese?
Credo ci sia qualcosa in India… Mi fa ridere pensare al doppiarmi in indiano. Magari, visto che ora come ora Bollywood...
Il film pare molto preciso, come scrittura, c’è stato spazio per l’improvvisazione sul set?
No, abbiamo seguito molto la sceneggiatura. E' chiaro che qualche battuta te la metti un pochino più ‘in bocca’; ti aiuta a essere più naturale. Ma questo in qualsiasi lavoro che fai.
Però abbiamo seguito abbastanza lo script, per quello che mi ricordo... visto che, col fatto che è un film indipendente e per le questioni di distribuzione che dicevamo, alla fine son passati due anni da quando l’abbiam girato.
Parlando di libertà e pensando alle tue tante esperienze televisive, il cinema continua a essere uno dei pochi ambiti ancora veramente liberi?
Sicuramente. Questo è un film piccolo, per cui più che mai ‘il tempo è denaro’, lo è in grandi produzioni figuriamoci in questa... Quindi abbiamo davvero fatto davvero le corse. Ed è stato possibile anche perché praticamente in scena c'ero alla fine sempre quasi solo io, nell'arco delle ventiquattro ore in cui si svolge il film. Inoltre era un ambiente solo.
E' chiaro che la fretta è nemica della qualità, quindi se poi il risultato è dignitoso per me è già tanto.
E tu, avendolo visto, lo trovi dignitoso?
Per i mezzi a disposizione e per quello che abbiamo potuto impiegare, sicuramente si.
Tornando al discorso della libertà...
Come dicevamo, avrai pure pochissimo tempo, ma hai la fortuna di non essere imbrigliato come in altre situazioni. Interpretativamente è più divertente; e poi Giorgio, e non lo dico per buonismo, oltre che un bravo regista è una persona molto disponibile. Ti dà fiducia e ti permette di osare un po' di più. Non tanto nella prima parte del film, dove devi parlare e basta, ma nella seconda c'è qualcosina che attorialmente può esser tirato fuori. E per me, dico la verità, è stato anche difficile, perché in certi momenti non sapevo bene dove andare.
In che senso, che difficoltà hai trovato?
Nella lettura del finale. Anche perché ognuno che lo vedrà, soggettivamente darà una interpretazione diversa di quel momento lì: onirico, dimensione parallela, viaggio nella coscienza, delirio del protagonista. Un delirio per spiegare il quale io mi son anche affidato ai tranquillanti accompagnati all'alcol, a un insieme di cose che potessero minimamente giustificarlo... però non sapevo dove andare a parare. Questo era un po' più difficile.
Dove il protagonista si confronta con il suo cinisimo, per questo essere un padre assente, e la paga cara, è una parte piuttosto normale. Fa i conti con la sua coscienza; o almeno questa è la mia lettura. E poi c'è un lieto fine... più o meno.
Tu accetteresti una situazione così traumatica a patto di ritrovare tutte le cose perse fino ad ora nella tua vita?
Si. Magari. Non mi spaventa una analisi così introspettiva; è un bel dazio da pagare, ma magari poter avere una opportunità del genere... Non che abbia mancanze così gravi da recuperare come dimenticarsi una figlia, cosa che per la mia moralità è pesante, anche se non ho figli, per il momento, ma qualche bella ‘cazzatetta’ l'ho fatta in vita mia...
Per cosa hai rischiato di smarrirti, come il personaggio, se si può dire...
Ma… uno stile di vita, forse anche legato al mio lavoro. Anche se poi vedo tanti colleghi che hanno una vita anche sentimentale abbastanza equilibrata. Si, restando nella sfera sentimentale, è il non accontentarsi mai. Che è una caratteristica della quale sono contento, almeno finché non trovi una situazione giusta, una persona adatta a te tanto da farci anche un figlio. Purtroppo non ho ancora trovato una donna di questo tipo.
Nel frattempo in questo percorso un po' di casini li ho fatti. Ci si distrae, e c'è qualcuno che la prende meno sotto gamba e ci si rimane un po' male...
Non avrai mica anche tu uno specchio sopra al letto?
No, no, uno specchio no, ma ci ho avuto di peggio...
Prima di salutarci, dove ti rivedremo? Hai progetti in corso, televisivi o cinematografici?
Magari di cinema... Con Giorgia Wurth abbiamo una serie che abbiamo finito di girare una settimana fa per Canale 5, e sono un bel po' di puntate, ché siamo stati sul set per quattro mesi. E poi ho avuto il piacere di girare un film per la tv. E' un piccolo film, sul sociale, con Giancarlo Giannini, ma ho accettato proprio per la possibilità di lavorare con un attore del suo livello.


NOTIZIE
Roberto Farnesi, Lost and Found
Mattatore in Oggetti smarriti, l’attore televisivo torna in sala con una buona interpretazione in un interessante piccolo film.

01.07.2013 - Autore: Mattia Pasquini