Sono quasi quarant'anni che Richard Gere fa questo mestiere. Quattro decenni nel corso dei quali ci ha regalato prove attoriali indimenticabili. A sessantacinque anni Gere non smette di divertirsi in questo suo lavoro, continuando a trovare ragioni per amarlo, del resto lui è uno dei fortunati che più invecchia più ci regala personaggi che sembrano giovani.
Lo vediamo in Ritorno al Marigold Hotel, sequel della fortunata commedia del 2011 appena approdato in Digital HD con 20th Century Fox. "Era la prima volta in assoluto che lavoravo in India - afferma l'attore - Sono stesso spesso in viaggio in questi luoghi, ma non ci avevo mai lavorato prima. Quando mi hanno offerto il ruolo nel film non ci ho pensato due volte. Da sempre sognavo di girare un film in quei posti".
Come mai torni spesso in India?
Perché non c'è un altro posto così sulla Terra. Bisogna respirarlo, buttare via l'orologio e rilassarsi. Non puoi fare accadere le cose in India. Devi entrare nel ritmo della vita: ci sono treni per esempio che partono alle 2:43 del mattino! Devi accettarlo e basta. Non hanno lo stesso concetto di tempo che abbiamo in Europa.
Possiamo definirla una storia d'amore quella che c'è tra te e questa nazione?
Sì, un amore scoccato sin dalla prima volta, quando mi sono recato sull'Himalaya che è il posto che conosco meglio. Anche perché tutti i miei maestri si trovano lì. Viaggio in continuazione ma non ho conosciuto bene l'India prima di iniziare a lavorare ai progetti di beneficenza per combattere il virus dell'HIV. La cosa che mi ha colpito subito dell'India è che non ha un quartier generale mediatico: ogni area ha una sua identità, a volte perfino una sua lingua e una sua cultura. Bisogna girarla tutta per conoscerla. Ecco perché sono quarant'anni che continuo a visitarla.
Considerato dunque questo amore, fino a che punto Ritorno al Marigold Hotel ha rappresentato un impegno lavorativo? Quanto invece è stata una festa?
Sin dall'inizio. E' stata una cosa facile: giravamo in un posto bellissimo e gli abitanti si sono presi cura di noi. Ecco perché è stata una festa. Ero un fan del primo film, quando dicevo alle persone che sarei venuto in India a girare il sequel mi rispondevano: "Ho amato quel film, dolce e toccante. Bellissimo". Ecco mi piace che ci sia un feeling molto positivo rispetto al Marigold Hotel.
Dunque ti piacerebbe stare al Marigold come ospite fisso?
E' proprio il genere di posto che cerco quando vado in vacanza. Elegante e con tanta anima. Non mi piacciono gli hotel di lusso con un aspetto da cento milioni di dollari. Sono troppo grossi e senza identità: non si portano dietro nessuna storia.
Credi al potere curativo del "viaggio in India"?
Succede anche al mio personaggio in Marigold 2. Lui viene da una crisi matrimoniale e sta cercando di capire cosa gli sia capitato a livello emotivo. E' già coinvolto in un processo di cura con tanti ostacoli da superare. L'esperienza in India lo aiuta ad aprirsi perché parte di lui si chiude. D'un tratto respira di nuovo. A un certo punto dice: "Sento il mio sangue scorrere di nuovo".
Uno dei temi del film è quello di ritrovare se stessi in età adulta. Passeresti la vecchiaia in un posto come l'India?
Mi piace pensarlo, anche perché l'India è uno di quei posti che rimangono impermeabili a determinate paure. Invecchi, il tuo corpo invecchia ma senti che c'è un legame tra nascita e morte. Ogni famiglia capisce la responsabilità di prendersi cura dei genitori e tutti sanno bene che un giorno saranno i figli a prendersi cura di loro. E' una cosa che capiscono anche i bambini. In occidente non concepiamo questa cosa, qui è un processo naturale che non si limità alla famiglia ma si estende all'intera comunità.
Un'ultima domanda, Marigold Hotel è un film corale: considerata la tua lunga esperienza in prima linea nel cinema, come è andata invece nel momento in cui hai diviso la scena con i tuoi colleghi?
Mi diverte parecchio. Siamo come dieci cavalli da corsa, pronti a vincere tutti il primo premio!
Ritorno al Marigold Hotel è adesso disponibile in Digital HD, aggiornamento della distribuzione digitale che permette ai consumatori di acquistare i film preferiti dai principali store digitali (iTunes, Google Play, Chili TV, Playstation Network, Xbox Video, TIM Vision etc...) e visionarli su una molteplicità di dispositivi connessi alla rete, dalla TV in salotto, al tablet e allo Smartphone.