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Memory Lane: i mille trailer di Miro Grisanti

L'uomo che ha curato i trailer dell'epoca d'oro del cinema italiano ci racconta l'evoluzione della promozione di un film: dagli anni di Visconti a Leon di Besson

Miro Grisanti, Neri Parenti, Enrico Vanzina

03.05.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Roma – C'erano una volta i trailer di oltre tre minuti... poi tutto è cambiato. I tempi si sono ristretti: novanta secondi, sessanta secondi e perfino dieci. Oggigiorno gli internauti cinefili più incalliti non vedono l'ora di scambiarsi opinioni sul nuovo trailer giapponese del loro film più atteso, per confrontare la differenza di footage con quello russo uscito poco prima.
Una volta non era così. Una volta il trailer lo facevamo noi in casa. Ce lo racconta Miro Grisanti, conosciuto anche come “mr. Mille trailer”. “Ho cominciato con Agente Z55 Missione disperata – dichiara l'ottantaduenne con il dono della sintesi – Quel filmato ha rivoluzionato il modo di fare i trailer in Italia. Da allora ho cominciato a realizzarne sempre di più, anche per grandi registi come Visconti, Pasolini e Fellini”.

Miro Grisanti trailer argento pasolini fellini de laurentiis
Miro Grisanti insieme a Aurelio e Luigi De Laurentiis nel corso della serata "Omaggio a Miro Grisanti", promossa dal Centro Sperimentale di Cinematografia nell'ambito del proprio programma annuale

Capitava mai che un regista esitasse davanti alla sua “sintesi”?
Capitava. Era un mestiere molto faticoso: di tanto in tanto il regista non ci stava a farsi smembrare il film. Voleva una sua immagine preferita. L'unica regola che seguivo era sbalordire il pubblico: per questo suggerivo spesso la coltellata o lui che la bacia appassionatamente, o l'uomo che piange perché il suo amore lo ha lasciato. Lo scopo è sempre regalare un'emozione non fornire una visione estetica del film. Con la scomparsa di quel tipo di cinema, trovare emozioni è diventato sempre più difficile.  

Nella riduzione di un trailer a una manciata di secondi ricorda un'esperienza particolarmente complessa?
Senza dubbio Léon di Luc Besson. Quando la TV ha ridotto il timing dei trailer, molti dei “traileristi” hanno si sono ritirati. Ricordo quando ho fatto lo spot di Léon della durata di dieci secondi: ho visto quel film almeno venti volte per capire dove tagliare. Ne ho realizzate due versioni: nel primo Natalie Portman si piazzava con il fucile di precisione chiedendo a Reno: “A chi sparo?”. E lui: “A un bersaglio qualunque” e poi, sotto il rumore di uno sparo, appariva il titolo: "Léon, nei cinema". Nell'altro invece c'era lei che gli chiedeva: “Sei un killer?” e lui sputava il latte che stava bevendo.

A parte i registi che esitavano. Con chi altro ha lavorato in armonia?
Ho avuto un rapporto di grande collaborazione con i Vanzina per i quali ho realizzato almeno venti trailer. Con Neri Parenti ne ho fatti trentacinque. Con Verdone abbiamo collaborato da Borotalco in poi. E ho lavorato tanto anche con Nuti che è stato uno dei primi a girare un avant-trailer con lui stesso che presentava il film.

Miro Grisanti trailer argento pasolini fellini de laurentiis
Cliccate qui per visionare il trailer di Quattro mosche di Velluto, realizzato da Grisanti per Dario Argento

Un attore che nei panni di se stesso promuove un film... Quando ha cominciato a girare questo tipo di trailer?
Il primo con cui l'abbiamo fatto è stato Adriano Celentano per Bluff. Lo abbiamo filmato in una terrazza mentre diceva: “ Questo film parla di un bluff e i bluff bisogna farli specialmente se ci sono io". Poi è arrivato Benigni, che all'inizio era dubbioso. L'ho invitato dentro la cabina di registrazione e non sapeva cosa dire. D'un tratto ha attaccato a parlare. E finiva sempre che ero io a interromperlo!

Ultima domanda: un buon trailer può salvare un brutto film?

Ti rispondo così: non sai quante volte mi è capitato che un produttore mi dicesse “per favore pensaci tu”... 

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