Roma - Dolce, timido ma sicuro di sé, Ryan Murphy ci ha raccontato il suo passaggio dalla TV al cinema e come si sia totalmente innamorato della sua musa, la star Julia Roberts.
Partendo dal romanzo originale, quali sono state le modifiche apportate alla sceneggiatura?
Prima di scrivere la sceneggiatura, io ed Elizabeth Gilbert abbiamo parlato molto. Mi ha raccontato la sua vita e mi ha rivelato alcuni dettagli e particolari che non sono stati menzionati nel libro. Come per esempio il bacio che Felipe (Javier Bardem) dà al figlio. Mi ha anche suggerito di parlare con il vero “Richard” (Richard Jenkins) per capire meglio la sua esperienza nell’Ashram. Grazie a lui ho potuto raccontare la storia della sua vita e riportarla nel film.
E’ riuscito a mescolare le idee e i punti di vista femminili di Gilbert e della Roberts con il suo?
Ho scritto la sceneggiatura pensando dal punto di vista femminile, quello della Gilbert. Credo che solo in questo modo sono riuscito a ricreare i sentimenti e le emozioni descritte nel libro. Poi Julia è stata fantastica e ha a partecipato a tutta l’evoluzione del film, dallo script al cast. Io la amo!.
Lei sa che il racconto che fate degli italiani , il “dolce far niente” non rispecchia troppo la vita reale romana?
La storia che racconto non è la mia storia , ma quella di Elizabeth. Ho trovato affascinante il suo punto di vista sull’Italia e in particolar modo su Roma. La capitale vanta una cultura millenaria, più sofisticata ed elegante rispetto a quella americana. A Roma ci si gode di più la vita, non viene percepita la frenesia, il nervosismo.. è come se tutto fosse leggero, sereno. Giusta o sbagliata, questa è la prospettiva che una giovane donna americana ha del vostro paese.
E’ stato difficile girare in diverse parti del mondo?
Sicuramente abbiamo riscontrato un po’ di problemi girando in India, perché la location era particolare: l’Ashram non è un luogo particolarmente adatto per girare un film. A Bali invece non sono stati mai state girate delle pellicole, quindi è stato difficile ricostruire le strade, i luoghi. Abbiamo avuto l’esigenza di organizzare una troupe internazionale.
Ha alternato pellicole come “Correndo con le forbici in mano” a serie TV di successo come “Nip/Tuck” e “Glee”. Com’è stato il passaggio dalla TV al cinema?
Sono due esperienze totalmente diverse! La TV è un lavoro vero e proprio , il cinema è più un “hobby”. Per fare un film infatti possono passare anche tre anni, invece proprio ieri ho scritto dei dialoghi per la il piccolo schermo che verranno trasmessi entro ventiquattro ore! In linea generale mi ritrovo di più nella TV, perché è più facile da controllare, il cinema lo definirei psicoterapeutico.
Com’è stato lavorare con attori italiani sul set di "Mangia prega ama"?
Bello e facile! Abbiamo fatto dei provini per scegliere gli attori migliori e Luca Argentero è quello che mi ha colpito di più perché ha dei denti stupendi! I migliori che io abbia mai visto!
Dopo “Correndo con le forbici in mano”, un film drammatico e molto particolare, si è cimentato nella direzione di questa pellicola sulla riscoperta di se stessi. Come mai questa scelta di girare un film cosi diverso?
Ho letto il libro di Elizabeth e ne sono rimasto molto colpito. Anche io ho avuto un’esperienza sentimentale difficile, e mi è piaciuto come la scrittrice è riuscita a re-inventare la propria vita.
Ho scelto il film per una questione prettamente personale.
Quali sono le serie Tv che ama guardare e quali sono i registi cinematografici a cui si ispira?
Devo dire che non vedo serie TV. Ma amo guardare molti film. Il mio regista preferito è Mike Nichols.
“Mangia prega ama” è distribuito nelle sale dalla Sony Pictures
Per saperne di più
Guardate il trailer
Photostory: Mangia prega ama
La nostra intervista a Julia Roberts
Red carpet italiano: I divi a Roma
