NOTIZIE

Maggie Gyllenhaal a Berlino: “Sappiate che noi americani siamo pronti a resistere”

Berlinale: ecco la giuria internazionale guidata da Paul Verhoeven

Berlinale 2017<br>

09.02.2017 - Autore: Pierpaolo Festa, da Berlino (Nexta)
Ci vogliono meno di dieci secondi per capire qual è il tema portante di questa sessantasettesima Berlinale. Ovviamente “la diversità”. Un tema che puntualmente risuona in tutti i festival internazionali, ma che mai come adesso – a causa delle notizie che leggiamo e ascoltiamo ogni giorno – è attuale.

Nel rispondere a una domanda posta da Film.it, la giurata Maggie Gyllenhaal racconta l’ultima telefonata fatta al fratello Jake – membro della giuria del Festival di Berlino nel 2012 - prima di iniziare i lavori: “L’ho chiamato e gli ho chiesto: 'Cosa ti è rimasto di quella esperienza?'. Jake mi ha detto che è stato incredibile avere la possibilità di vedere film realizzati da registi che non conosceva, provenienti da ogni parte del mondo. Non vedo l’ora di farlo anche io. Questo è il momento perfetto, per un’americana come me, di partecipare a un festival internazionale. Vorrei che tutti sapessero che ci sono tante persone nel mio paese pronte a resistere. Mi sento onorata di essere qui e di poter dire questa cosa”.



PAUL VERHOEVEN, PRESIDENTE DI GIURIA.

Paul Verhoeven “schiva la pallottola” della domanda politica affermando: “Spero che questa giuria guardi alla qualità dei film in concorso… al di là del messaggio politico. (…)  Voglio vedere tanti film diversi e controversi anche. Spero di avere discussioni accese con il resto della giuria, nel massimo del rispetto, ma ecco, spero che ci sia diversità …e rabbia anche! E soprattutto entusiasmo generale”.

Quando ci si ritrova davanti a un maestro come Verhoeven è impossibile non pensare ai grandi film realizzati per Hollywood negli anni Ottanta e Novanta: “Il cinema americano è sotto minaccia: molti dei film degli anni Ottanta venivano vietati ai minori, oggi è molto difficile che questo accada. I produttori si rivolgono sempre a un pubblico di tutte le età, e lo fanno per triplicare i ricavi. Questo vuol dire che il cinema americano soffre di una mancanza di film per adulti”.

Nel corso degli anni il regista olandese ci ha regalato personaggi diventati all’istante icone di bellezza sul grande schermo. Uomini e donne, i cui corpi venivano immortalati dalla sua macchina da presa. Quanto da spettatore ha bisogno di bellezza? Si innamora ancora degli attori in base al loro fascino? “Mi innamoro degli attori perché hanno talento, non perché sono belli – afferma il regista rispondendo alla domanda che gli poniamo - Questa è la vera bellezza. L’ultimo film che ho fatto, Elle,  mi ha dato la possibilità di lavorare con Isabelle Huppert… ecco mi sono innamorato di lei!”.



DIEGO LUNA: “SONO VENUTO A BERLINO PER IMPARARE AD ABBATTERE I MURI”.

Una dichiarazione interessante arriva da Diego Luna, messicano a Hollywood (lo abbiamo visto di recente tra gli eroi di Rogue One: A Star Wars Story) che esprime la sua opinione sul muro che il presidente USA intende costruire al confine con il Messico: “Sono venuto a Berlino anche per documentarmi meglio su come abbattere i muri. Del resto qui ne sanno tantissimo su questa  materia e possono aiutarmi – dice l’attore sorridendo - Attraverso quel confine tre o quattro volte al mese, e divento testimone in prima persona dell’esistenza di tante storie d’amore e di rapporti che collegano il mio paese con gli Stati Uniti. Ecco, io non ho intenzione di abbandonare queste emozioni”.

Il Festival di Berlino 2017 apre i battenti oggi per undici giorni di grande cinema. Per conoscere tutte le notizie e leggere recensioni e interviste dalla Berlinale, seguite il nostro speciale.