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L'eredità di un regista

Intervista al regista Marc Forster, autore di "Quantum of Solace", che ha raccolto una pesante eredità, accettando l'incarico. Ma questo è anche il suo Bond, una creatura che lui stesso ha protetto.

Marc Forster

06.11.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
Nel suo curriculum ci sono pellicole come Monster’s Ball”, “Stay” e “Il cacciatore di aquiloni”. Ad oggi il suo film più importante è stato “Neverland” che fece guadagnare una nomination all’Oscar a Johnny Depp. Questo è Marc Forster, regista di “Quantum of Solace” che raccoglie un’eredità pesante… quella dell’icona cinematografica più longeva della storia del grande schermo.

Forster, ci parli dello stile visivo con cui si è approcciato a Bond…
Non sono un regista di film d’azione. Per me i personaggi sono sempre la cosa più importante. Ho deciso sin dalle sequenze di apertura di questo film di filmare con uno stile che disorientasse il pubblico. Ho cercato di rimanere vicino a Bond più che potevo.

Ha studiato i capitoli precedenti della saga?
Ovviamente. Penso che “Al servizio segreto di sua maestà” sia il mio preferito della serie. Alla fine di quel film si ritrova la stessa emozione di “Casino Royale”. Troviamo Bond tra perdita e dolore. Mi interessava questa partenza. Ho rivisto moltissimi capitoli precedenti prima di iniziare le riprese. E potete trovare tanti omaggi nel film sparsi qua e là.

Ci parli della responsabilità che ha sentito nell’avere a che fare con questa grande icona cinematografica…
Dovevo rimanere nel contesto di Bond. Allo stesso tempo c’era la responsabilità di portare avanti il personaggio, e di portare avanti la franchise, evitando di ripetersi. Ho chiesto a Paul Haggis di aiutarmi con la sceneggiatura. Lui era molto impegnato nel montaggio di “Nella valle di Elah”, ma è intervenuto nello script, inserendo uno sfondo che gli avevo personalmente chiesto: quello del business del petrolio e delle risorse naturali, definendo bene il contesto politico. Mi interessava, anche, che M fosse un personaggio più grande, perché è l’unica figura femminile con cui Bond non si porrebbe in termini sessuali. Il film è stato un’evoluzione costante. Abbiamo improvvisato molto sul set..

A proposito del mondo del petrolio e dei risvolti attuali del film. Le chiedo se è vero che Amalric ha preparato il suo cattivo, rifacendosi direttamente ai politici della nostra società…
Sì, appena ci siamo incontrati Mathieu mi ha chiesto se avrei dato al suo personaggio, qualcosa tipo una cicatrice o un uncino, come i cattivi standard.. Io gli ho detto che non ci pensavo proprio e volevo i suoi occhi e il suo volto. È stata una sua idea, partire da Sarkozy e Tony Blair. Io l’ho appoggiata.

Come vede questo Bond del nuovo millennio?
Come un uomo alla ricerca di sé stesso. Una persona che lotta con i suoi demoni interiori e che oscilla tra vendetta e giustizia. Ma  c’è una sottile linea che separa queste due: a volte la vendetta è l’esatto opposto della giustizia.

Farà un altro Bond film?
Mi hanno offerto Bond 23… ho rifiutato, perché sono interessato a lavorare in film più piccoli.