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Le splendide e disturbanti immagini di Antropocene, benvenuti nella sesta estinzione di massa

Il regista Nicholas de Pencier presenta il potente documentario appena arrivato nei nostri cinema

22.09.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
Antropocene. S'intitola così il potentissimo film appena arrivato nei nostri cinema. Antropocene - L'epoca umana. Cosa vuol dire esattamente quel termine? Si tratta di una parola intravista con la coda dell'occhio per esempio su alcuni post nei social media. O pronunciata in maniera lampo da qualche commentatore in TV. Quel termine indica l'epoca geologica attuale, la stessa in cui si rileva un aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell'atmosfera. A causa degli effetti dell'azione umana. Quando si parla di Antropocene si parla anche di "sesta estinzione di massa", quella che il nostro pianeta sta vivendo proprio adesso. 

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"La speranza è che Antropocene - L'epoca umana sia arrivato oltre il campo che analizza l'ambiente - racconta il regista Nicholas de Pencier ai microfoni di Film.it -  Che abbia invitato le persone a riunirsi e avere una discussione chiara e sincera sul dove siamo e dove stiamo andando". De Pencier ha diretto il film insieme a Jennifer Baichwal e al celebre fotografo canadese Edward Burtynsky. I tre filmmaker hanno viaggiato in lungo e in largo attraverso venti nazioni per catturare alcuni ambienti simbolo dell'impatto che l'uomo ha avuto sul pianeta. Il loro lavoro si traduce sullo schermo come un viaggio emozionante e altrettanto scioccante attorno al nostro mondo. 

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Il tuo film è composto da immagini indimenticabili. Potenti. Ipnotiche e affascinanti. C'è come una componente di bellezza attraverso la quale viene catturato l’orrore che accade alla nostra Terra. In che modo avete bilanciato questo equilibrio di Orrore/Bellezza? Quanto il film doveva essere bellissimo e quanto invece doveva scuotere lo spettatore? 
de Pencier: E' la nostra natura umana che ci fa rispondere con le emozioni davanti a immagini forti. Rimaniamo in shock e a volte associamo il tutto a un’idea di bellezza. Non direi però che "bellezza" è la parola giusta per descrivere la nostra reazione davanti agli enormi forni per il rame a Norilsk in Russia. O all'epica deforestazione nella British Columbia del Canada. E' vero che abbiamo lavorato sodo per rendere questi momenti veramente unici, visivamente travolgenti. Volevamo che questa esperienza fosse molto profonda piuttosto che avere un film informativo o una guida a queste location. Cerchiamo di non dire allo spettatore quello che pensiamo, e invece gli permettiamo di reagire secondo i suoi valori. Che possono includere momenti di complicata bellezza e sì, anche di horror. 
 
Hai appena nominato la Russia e il Canada. Antropocene è anche ambientato tra le cave di marmo di Carrara.
Le cave di Carrara sono come cattedrali. Siamo stati certamente risucchiati dal loro aspetto, ma è stata anche la storia del posto ad attirarci. Gli artisti sono stati attratti da queste location nel corso dei secoli. Noi volevamo far parte di questa tradizione e rappresentare anche la complessità e la meraviglia del lavoro umano, mostrando gli artisti all'opera su sculture di marmo in studio. Io stesso posseggo marmi di Carrara a casa mia in Canada, e questo è uno degli obiettivi del film: mostrare i posti e le cose che utilizziamo nella nostra vita e far vedere da dove vengono. E' un modo di svegliare le coscienze. Vorrei anche dire che il nostro team è stato accolto in maniera calorosa in molte di quelle cave. E siamo grati di questo. 

Viviamo in un'epoca in cui tutti hanno facile accesso alle news, ciononostante il fatto che stiamo attraversando la "sesta estinzione" è ancora un qualcosa che non viene considerato dalle masse. Come mai?  
Questo perché veniamo costantemente bombardati da piccole pillole di news istantanee. Il volume e la velocità di quei contenuti non aiutano affatto a descrivere fino in fondo il contesto. Diventiamo come "insensibili" davanti a queste informazioni. Parte della ragione che ci ha spinti a voler scoprire la ricerca degli scienziati dell’Anthropocene Working Group è stata la loro prospettiva unica e sempre più rara del rapporto tra il pianeta e il tempo. Questi scienziati fanno un passo indietro e guardano il pianeta attraverso diverse ere geologiche. Il nostro film si fa strada all'interno di questa prospettiva e offre allo spettatore la possibilità di uscire dalla tempesta della vita quotidiana. E guardare il tutto da una prospettiva più chiara.

 
Greta Thunberg ha recentemente dichiarato che negli USA "la questione della crisi climatica è ancora un qualcosa a cui o si crede o non si crede. Da noi in Europa invece è un fatto". Sei d'accordo con questa frase? Pensi che Antropocene possa essere un film politico? 
Gli scienziati che studiano il pianeta e quelli che si occupano del clima ci dicono che stiamo andando sempre di più incontro a una emergenza climatica. Noi li ignoriamo a nostro rischio e pericolo. Non è più una questione che riguarderà solo i nostri nipoti, è una questione che parla di oggi, l’epoca in cui siamo già testimoni di disastrosi effetti del cambiamento climatico. Succede in tutto il mondo. Il nostro film include alcuni di questi temi, ma si focalizza soprattutto sulle ricerche dell’Anthropocene Working Group dove non si sta cercando di fare previsioni apocalittiche, bensì s'intende capire in che modo l’impatto dell’uomo su questo pianeta si è guadagnato la classificazione di una nuova era geologica nella linea del tempo. Quindi è un film con un'agenda politica? Credo dipenda dal responso di ogni singolo spettatore davanti a quelle immagini. Saranno loro a interpretare questo film come politico o meno. 

Antropocene - L'epoca umana è distribuito nei cinema da Fondazione Stensen e Valmyn.

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