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Le ninfee di Monet al cinema, ecco il film che ci immerge nei colori dell'artista

Un incantesimo di acqua e luce è l'evento cinematografico nelle sale solo dal 26 al 28 novembre

27.11.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
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Claude Monet? Un personaggio che rischia di non generare alcuna empatia se lo si giudica dalla sua personalità. Complesso, irascibile. Un uomo depresso, ossessionato dall’accettare sfide enormi e impossibili. Genio e oscurità del padre dell’impressionismo vengono raccontati sul grande schermo nel film intitolato Le ninfee di Monet, un incantesimo di acqua e luce, nuovo evento cinematografico dedicato al mondo dell'arte arrivato nelle sale d’Italia per soli tre giorni (fino al 28 novembre). Le ninfee, e cioè quei fiori che galleggiano sulla superficie dell'acqua che il pittore di Parigi tanto amava e che ha immortalato nel suo dipinto più colossale, la Grand Décoration.



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Dietro la macchina da presa, il regista Giovanni Troilo non si limita a riprendere i dipinti dell’artista, ma invita lo spettatore lungo la Senna, da Le Havre a Parigi, in compagnia di una musa interpretata da Elisa Lasowski (la Mirelle de Il Trono di Spade) che ci guida in un viaggio alla scoperta dei luoghi, delle opere e delle vicende personali del maestro. “Abbiamo scelto Elisa per fare da ponte con la storia di Monet, una vicenda che cela parti veramente oscure - ci racconta Troilo quando Film.it lo raggiunge al telefono - il volto dell'attrice ci aiuta a creare un collegamento con la personalità complessa dell'artista in modo da avvicinarci di più a lui".

Ci sono tantissimi documentari e centinaia di migliaia di testi che analizzano il lavoro e la vita di Monet, il nuovo film decide però di entrare nell'animo dell'artista attraverso la storia dell’amicizia che gli salvò la vita, quella con l’ex Primo Ministro Francese George Clemenceau: "Raccontiamo la scomparsa e il ritrovamento di un quadro preparatorio che avrebbe dato origine alla Grand Décoration. Esplorando questa vicenda abbiamo scoperto la storia di Monet in un momento della sua vita in cui non ha più il successo di un tempo e inizia a perdere tutto: il suo amato giardino, la sua famiglia e perfino parte della sua vista. Monet sta per morire ma viene salvato dal suo amico ed è a quel punto che si imbarca nella sua opera più importante. Basta ascoltare questa storia per rendersi conto di avere a che fare con grandissimo materiale cinematografico. Abbiamo pensato al viaggio sulla Senna, dalla Normandia degli inizi a Parigi dove l’opera colossale viene portata a compimento. Quel percorso tortuoso è significativo: rappresenta l'intera vita di Monet". 



All'inizio del film l'immagine è avvolta dalla nebbia ma piano piano questo viaggio si snoda verso i colori dei dipinti di Monet in cui chi guarda viene immerso.
Assolutamente. La nostra è una caccia alla luce, e nel farlo parliamo dell’ossessione di Monet per la luce e per l’acqua, elementi fugaci che lui avrebbe inseguito in qualsiasi condizione e ovunque. 
 
Il film è stato girato all’interno di diversi musei, come il Musée Marmottan Monet, il D'Orsay e il Musée de l’Orangerie, ma siete arrivati anche nella casa di Monet: il suo giardino a Giverny. 
La prima volta a Giverny ricordo di aver provato un senso di delusione per non aver perceipito immediatamente la magia che quel luogo invece contiene. Poi però l'emozione ti cattura quando meno te lo aspetti, davanti ai giardinieri attivi per preservare questo regno. D'un tratto ti senti come se fossi all'epoca di Monet, al suo fianco. 
 
L’arte dunque torna al cinema dopo “film-evento” come Caravaggio, Michelangelo e Bernini. E queste operazioni cinematografiche non sono destinate a rallentare: l'anno prossimo vedremo sicuramente alcuni film per ricordare Leonardo Da Vinci a cinquecento anni dalla sua morte.
E’ evidente che si sta creando un pubblico dalle esigenze particolari che ha assolutamente il piacere di andare al cinema a vedere questi documentari. Hanno bisogno di contenuti che riguardano l’arte e hanno bisogno di vederli al cinema. I nostri film offrono un'esperienza di un’ora e mezza in cui visitiamo i musei e veniamo invitati in un mondo innovativo. C'è un contatto quasi fisico con queste opere d’arte.

 
In che modo però questi documentari evitano il più possibile di essere didascalici. In che modo si guadagnano la sala cinematografica? 
Di sicuro non bisogna essere ossessionati dalla necessità di essere a tutti i costi originali, bisogna invece tenere a mente che ci si rivolge a un pubblico e che si cerca di raccontare una storia che sia il più possibile universale. Per il mio film abbiamo pensato a un modo interessante per raccontare il lavoro di un genio noto in tutto il mondo: la sua amicizia con Clemenceau rappresenta un angolo inedito, un foro nuovo sulla porta della vita di Monet. Questo ci ha permesso di raccontare una storia in maniera originale. 

Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce è un progetto originale di Nexo Digital, distribuito in collaborazione con i media partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it. Sarà nei cinema fino al 28 novembre.