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L'angelo vendicatore

"Le tre sepolture", il western moderno di Tommy Lee Jones premiato a Cannes, racconta la storia di Pete, un texano deciso a rendere giustizia ad un amico assassinato

Tommy Lee Jones

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
Tommy Lee Jones parla del suo primo esperimento di regia. Le tre sepolture(“The Three Burials of Melquiades Estrada), uscirà in Italia il prossimo 10 febbraio. Il film, prodotto da Luc Besson, è stato premiato a Cannes per la migliore interpretazione maschile (lo stesso Lee Jones) e la miglior sceneggiatura. Lo script è stato curato dal messicano Guillermo Arriaga, già sceneggiatore di Amores Perrose 21 grammi”.

Come è nata l’idea di “Le tre sepolture”?
Guillermo Arriaga ed io siamo buoni amici e andiamo a caccia insieme. L’ho incontrato tre o quattro anni fa in California e lui ha iniziato a unirsi alle nostre cacce al cervo nel West Texas. Anche Michael Fitzgerald, il produttore, partecipa a queste spedizioni e una volta stavamo su un camion e ci siamo detti: ‘Questo camion è pieno di talenti. Facciamo un film’. E abbiamo iniziato a lavorarci con entusiasmo come dei ragazzini. E come dei ragazzini siamo riusciti a realizzarlo.

E il soggetto del film?
Tutti i temi che volevo toccare erano concentrati sulla storia vera di un giovane che era stato ucciso dal governo americano, stupidamente, in parte per errore. Io ho voluto sfogarmi, dirigere l’obiettivo del film sul mio paese e la mia gente, sulla nostra cultura e considerare i problemi interni ed esterni che dobbiamo affrontare.

Come è stato collaborare con Guillermo Arriaga?
Guillermo ha un punto di vista unico sul mondo. E’ un pensatore originale e non può essere controllato da nessuno. Sono stato fortunato che uno dei miei migliori amici sia uno dei migliori sceneggiatori viventi. Guillermo ha scritto la sceneggiatura in spagnolo e l’ha tradotta con una persona con cui lavora spesso. Ha un orecchio finissimo per il dialogo in spagnolo e io ho cercato di mantenere in inglese la stessa poesia.

La struttura del film non è lineare cronologicamente. È stata una decisione che avevate preso fin dall’inizio?
Guillermo ha sostenuto di non essere uno scrittore sequenziale. Le sequenze in ordine perfetto non gli interessano. Ho detto che per me andava bene, perché il mio punto di vista della storia era che il passato, il presente e il futuro fossero contemporanei, presentando in modo sequenziale le diverse prospettive dei testimoni degli eventi.

Chi è Pete Perkins? Che cosa vuole?
La stessa cosa che vorrebbe un angelo. Vorrebbe la pace sulla Terra. Non c’è molto altro da sapere su di lui. Si può capire chi è fin dall’inizio. È caposquadra di un grosso ranch del West Texas. Quando uno dei suoi operai viene ucciso e scopre che nessuno prenderà provvedimenti, che nessuno sarà portato in giudizio, si sente offeso dalla mancanza di rispetto nei confronti dell’amico solo perché viene dal Messico e non ha passaporto. Quindi decide di porre rimedio: rapisce chi l’ha ucciso e, minacciandolo con la pistola, lo obbliga a riesumare il corpo del vaquero, a metterlo sul dorso di un mulo e a trasportarlo fino in Messico, a casa sua, dove sarà sepolto.