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La prosa di Quentin

"Ero piccolo quando ci fu il boom del kung-fu, all'inizio degli anni '70 e grazie al cielo a South Bay restò di moda fino alla fine del decennio. Secondo me, si tratta di uno dei più grandi generi cinematografici mai esistiti". Parola di Quentin.

Kill Bill

12.04.2007 - Autore: Mal Jankovic
Parlare di debiti per uno come Tarantino potrebbe sembrare incongruo. Se infatti è già più che noto il fatto che Kill Bill episodio 1 è caratterizzato da una fittissima trama di citazioni, tutti sanno anche quanto ampia, intensa e a volte folle sia la vena cinefila di questo ragazzo che senza fretta ha aspettato di sfornare il suo capolavoro. Basterebbero le parole della sua musa per dare un'idea della passione per il cinema su cui è cresciuto un film come Kill Bill: "Un lavoro che potremmo chiamare 'processo d'istruzione al film di genere'. Quentin mi ha fatto vedere il film di John Woo, 'The Killer', quello di Pam Grier, 'Coffy', i film di Sergio Leone e Clint Eastwood, nonché 'Lady Snowblood', un film sui samurai donna in Giappone, che è stata una grande fonte d'ispirazione. Un mucchio di roba che mi terrorizzava". Ma le reazioni di tutti coloro che sono stati 'rieducati' da Tarantino per la preparazione del film sono unanimi. Dal terrore iniziale di doversi sorbire una quantità di film non proprio appassionanti sono stati sconvolti dall'entusiasmo di Tarantino, dalla sua passione di bambino, di un giovane che passava la giornata davanti alla tv o nel cinema dietro l'angolo e ha imparato a conoscere per nome anche i più improbabili interpreti di B-movies.   Spaghetti western, film sulle arti marziali cinesi, film giapponesi sui samurai e addirittura d'animazione. Questi i tre cardini su cui ruotano le fonti d'ispirazione maggiori. Il metodo è personale: "Quando giro una scena che assomiglia a quello che si vede in un giallo italiano o in un fil di kung fu, so come l'avrebbero realizzata nel paese d'origine, e quindi la giro in quel modo. Non mi considero un regista solo americano. Il pubblico di qualsiasi nazionalità può riscontrare nei miei film cose che è in grado di capire e apprezzare". La 'fortuna' di Tarantino pare sia stata anche South Bay, la regione a sud di Los Angeles dove Quentin passò la giovinezza. Qui, c'erano ancora cinema d'essai che proiettavano tutto il giorno film di 'blaxploitation' (le pellicole a basso costo rivolte a un pubblico afro-americano) o di kung-fu, quando il filone si era già esaurito nei dintorni.   "Ero piccolo quando ci fu il boom del kung-fu, all'inizio degli anni '70 e grazie al cielo a South Bay restò di moda fino alla fine del decennio. Secondo me, si tratta di uno dei più grandi generi cinematografici mai esistiti". Bruce Lee, prima, e l'eroe del kung-fu eurasiatico Caine (David Carradine) nella serie televisiva celebre della ABC, poi. Senza dimenticare il detective ninja Hattori Honzo (Sonny Chiba). Ora, in "Kill Bill", non c'è solo l'influenza del cinema asiatico: Tarantino ha infatti creato per il film tre ruoli per tre leggendari attori di arti marziali: Sonny Chiba, Gordon Liu Chia-hui e David Carradine. Filtrate e rigenerate, le fonti d'ispirazione danno luogo a un film in cui il western non è che leggerissime pennellate su un'ambientazione più che altro orientaleggiante. Sarà l'episodio 2 a portare la fonte spaghetti western al centro, quando la storia si sposterà in Texas e Bill apparirà definitivamente, nell'attesa dello scontro finale.