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Jonah Hill torna a Jump Street: “Il segreto della saga? Prenderci in giro”

L'attore protagonista del sequel 22 Jump Street: “Questa volta mettiamo in ridicolo la nostra età”

21.07.2014 - Autore: P.F.
Ha detto Leonardo DiCaprio:“Jonah Hill è forse uno dei più grandi improvvisatori con cui abbia mai lavorato. Non ha paura di stare davanti a un gruppo di persone ed essere incredibilmente spontaneo e brillante”. Improvvisare ed essere versatile sono due qualità con cui Jonah Hill si è guadagnato il rispetto dello spettatore. Gli sono bastate due prove cinematografiche insolite per convincerci: quella nei panni del braccio destro del DiCaprio lupo di Wall Street e quella del nerd che rivoluziona il mondo del baseball con la fiducia di Brad Pitt in L'arte di vincere - Moneyball. In entrambe le occasioni l'attore ha portato a casa una nomination all'Oscar, ma soprattutto gli applausi del pubblico che lo conosceva solo per le commedie estreme come Superbad. Dopo la parentesi scorsesiana Hill torna a Jump Street, realizzando il suo sequel personale che ha interpretato e di cui, ancora una volta, ha scritto il soggetto. 

Jonah Hill, agente sotto copertura, in 22 Jump Street
 
Lo vediamo in 22 Jump Street (qui la recensione di Film.it) di nuovo nei panni di Schmidt, agente della polizia che insieme al collega Jenko torna sottocopertura nel mondo degli studenti. Ieri al liceo, oggi all'università. Il primo film ha incassato duecento milioni di dollari in tutto il mondo (qui la recensione), era inevitabile che Hollywood sfornasse un sequel: "E' stata una sfida sin dall'inizio - ci racconta Hill - Non ho mai fatto un sequel prima d'ora. Perché non penso che possano essere più divertenti dell'originale”. 
 
Qual è dunque la vostra arma segreta?
Credo che i film di Jump Street funzionino perché l'idea di base è quella di prendersi in giro. Nel film precedente abbiamo provato ad adattare una serie celebre e trasformala in un film, mostrando quanto quell'idea potesse essere terribile. Adesso volevamo prenderci in giro di noi stessi con l'idea di fare un sequel. Perché sappiamo tutti che i sequel sono sempre peggio e più costosi dell'originale: cercano di ricatturare una magia che è impossibile da ricreare. 
 
Giocate anche sul fatto che a trenta anni siete troppo vecchi per “mimetizzarvi” tra gli studenti del college...
Effettivamente tante battute che abbiamo scritto riguardano proprio il nostro aspetto e il fatto che sembriamo più vecchi rispetto al primo film. In una scena il personaggio di Ice Cube dice a Channing: “Ti sei visto? Hai l'aspetto di un cinquantenne!”. 

Hill e Tatum cercano di fare i duri in 22 Jump Street
 
Anche Channing Tatum, come te, è un attore che prova ruoli profondamente comici alternandoli a film più seri e impegnati. Quanto vi somigliate nel metodo?
Non saprei, siamo soprattutto ottimi amici nella vita. Anzi, la ragione principale per la quale abbiamo fatto il sequel era proprio la voglia di tornare a lavorare insieme. 
 
C'è mai stata competizione tra voi? 
Mai. La cosa bella del nostro rapporto è la voglia di aiutarci a vicenda evitando di competere. Aggiungo anche di non poter fare tutto quello che fa Channing sul set: lui ha sempre tanta voglia di fare le sue acrobazie, può capitare che pensiate che si tratta della sua controfigura, ma è proprio lui. Io invece ci provo, ma nel momento in cui mi rendo conto di potermi fare male sul serio, allora mollo tutto. 
 
Hai parlato di complicità, in che termini si presenta sul set?
É interessante notare come ci sia tantissima improvvisazione sui set di questi film. Inizialmente Channing pensava di non poterlo fare. Gli ho detto: 'Devi essere sincero. Se lo sei e il tuo personaggio crede in quello che dice, non importa quanto sia stupido, sarà divertente comunque'. È stato bello assistere al momento in cui ha trovato questa fiducia. Una cosa che si è rivelata il punto vincente della sua performance. 

In mezzo a Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio in occasione di un evento legato al bellissimo The Wolf of Wall Street
 
Ti abbiamo visto in alcuni dei più interessanti drammi hollywoodiani degli ultimi anni. Ci sono elementi che accomunano quei set a quello di Jump Street? 
Ho lavorato con alcuni grandi registi, Scorsese, Bennett Miller, Tarantino. E allo stesso tempo non ho mai smesso di fare commedie. Tutti i registi che mi hanno diretto, mi hanno sempre incoraggiato ad esplorare il mio ruolo attraverso l'improvvisazione. È un modo bellissimo per tirare fuori sincerità in un momento specifico, che sia dramma o commedia. 
 
Ti rivedremo presto in un un ruolo drammatico?
Vedremo. La cosa importante per me è ricordarmi di quanto sia incredibile fare un lavoro come questo. Apprezzo ogni opportunità di fare film diversi, l'importante è non chiedersi cosa possa avere più successo e scegliere in base a quello. 
 
Sei uno degli “architetti” del franchise Jump Street, avendolo anche ideato per il cinema: è inevitabile chiederti se ci sarà un terzo film. Vedremo dunque 23 Jump Street? 
Non ci sono piani per un sequel per adesso. D'altra parte ho lavorato ai due film della saga per ben otto anni, scrivendoli e interpretandoli. Ci ho lavorato durante quasi tutti i miei venti anni, per questo sono profondamente legato alla saga: dunque mai dire mai. 
 
22 Jump Street, in uscita il 22 luglio, è distribuito da Warner Bros

Per saperne di più
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La recensione di 21 Jump Street su Film.it
La recensione di 22 Jump Street su Film.it