NOTIZIE

James Logan, Wolverine. Qual è la vera identità?

"X-Men le origini - Wolverine" narra la genesi di uno dei mutanti più amati della saga. Hugh Jackman ritorna nel ruolo che lo ha reso una star: l'uomo con gli artigli retrattili. Ma prima di tutto ciò chi era Wolverine? La parola al protagonista.

Hugh Jackman a Roma

16.04.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Hugh Jackman arriva a Roma, insieme al regista di “X-Men le origini – Wolverine”, Gavin Hood (Premio Oscar nel 2006 per “Tsotsi”), e immediatamente, in italiano, si scusa con i giornalisti per averli fatti alzare alle nove per vedere il film e per lavorare il giorno dopo un week-end di festa. Jackman è il contrario di Wolverine, quindi un gran bravo attore. E’ una persona solare, che ride spessissimo, gentile, nessun atteggiamento da star e massima disponibilità. Il film arriva nelle sale distribuito dalla 20th Century Fox: si tratta di una pellicola avvincente, profonda e stimolante. Nella sfera dei blockbuster è tutto meno che un ‘pop-corn’ movie. Sulla trama vi possiamo raccontare poco, c’è un embargo fino a tre giorni prima dell’uscita, abbiamo il permesso però di dire che è la storia di Jimmy Logan/Wolverine, ovvero, di come un ragazzino con poteri particolari diventa, dopo diverse (dis)avventure, tutto quello che non avrebbe mai voluto essere.

Mister Jackman partiamo dal tasto dolente, quanto vi ha danneggiato la copia pirata che è girata sul web qualche settimana fa?
A dire il vero – ci dice l’attore – più che danneggiarci ci ha fatto molto arrabbiare, perché per un film come questo arrivi a lavorare anche 20 ore al giorno e, vedere buttata al macero la tua fatica, non è piacevole. Comunque, la versione che ha girato sul web era incompleta, mancavano 4 mesi di lavoro, e voglio davvero ringraziare di cuore il supporto che la comunità online ha dimostrato nei nostri confronti. Il 95% dei siti hanno reagito negativamente a questo atto, condannandolo senza remore. E, poi, io sono un tipo all’antica per me i film vanno visti al cinema. Fine.

In molti hanno scritto che per lei Wolverine è un mix tra L’Ispettore Callaghan, Mad Max e Han Solo? Conferma?
Confermo ma completo la dichiarazione. Wolverine è un buon ragazzo, non è simpatico. Quando l’ho assimilato dopo averlo interpretato varie volte ho pensato a questi tre personaggi e ho capito che Wolverine ne è l’archetipo. Ha lati difficili, spigolosi e in questo ringrazio Gavin perché ha capito che io volevo fare questo film – che ho anche prodotto  - non per fare un X-Men N.4  ma una pellicola completamente diversa. Non volevo fare un film compiacente nei suoi confronti, volevo che mi si stimolasse al massimo, a fare sempre di più, a dare sempre di più. E così è stato. Ormai mi ero abituato ad avere il braccio di Gavin sulla mia spalla che amorevolmente mi diceva: “Rifacciamola Hugh, questa non è venuta tanto bene!”. In questo modo abbiamo raccontato dalla nascita le origini e la vita di un uomo che si è evoluto, riempiendo tutte le lacune e unendo tutti i puntini mancanti.

In questo film Wolverine è come se andasse in analisi, salta fuori ogni aspetto del suo carattere e il pubblico riesce a capire e a comprendere perfettamente la rabbia enorme che si porta dentro. Su cosa vi siete concentrati per ottenere questo risultato?
Qui il merito è di Bryan Singer che già lo ha creato così dal primo film e ha donato a Wolverine le caratteristiche perché il pubblico provi empatia per lui. Wolverine ha delle qualità quasi sacre, è un duro, è il migliore in quello che fa, non si preoccupa di nulla – per questo è assolutamente un antieroe – ma in questo nostro film emerge il conflitto tra l’essere umano e il mutante. Grazie anche al fatto che si innamora follemente di una donna. Wolverine si disprezza e proprio per questo si mette in gioco, si auto-analizza. Cerca di socializzare con gli altri esseri che poi diventeranno mutanti, e non vuole più essere il cavaliere solitario che non ha bisogno di chiedere niente a nessuno. Qui sta il cuore del film, Wolverine rompe questa tradizione, vuole una catarsi, un riscatto. E’ Victor, suo fratello, che è veramente cattivo, a rappresentare la tragedia nel film. Solo però quando hai conosciuto le tue origini puoi capire chi sei.

Che cosa si augura per il film e per il suo futuro?
Per il film mi auguro che venga apprezzato come “Il Cavaliere Oscuro”, magnifico esempio di cinema. Quando il popolare si unisce alla qualità. Per me non mi dispiacerebbe interpretare Wolverine nella saga giapponese. Incrocio le dita.