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Intervista a David Fincher

Il regista che è stato per tre settimane campione di incassi negli Stati Uniti è un uomo gentile, quasi timido.

panic room

19.04.2002 - Autore: Alice Ortolani
Il regista che è stato per tre settimane campione di incassi negli Stati Uniti è un uomo gentile, quasi timido. A chi gli chiede cosa gli crea uno stato di panico risponde candido: Parlare con i giornalisti! Mi terrorizza parlare in pubblico.   Come ha influenzato il ruolo il fatto che Jodie Foster fosse incinta durante le riprese, e quindi più propensa a immedesimarsi nel ruolo di una madre che deve difendere la figlia?   Forse solo a un livello di subconscio. In realtà quando Jodie ha accettato la parte non sapeva ancora di essere incinta. Lo ha scoperto solo durante le riprese e alla fine del film si è trovata incinta di sei mesi.   Rispetto a Nicole Kidman (che non ha potuto accettato la parte) cosa le ha dato Jodie Foster??   Stiamo parlando di due categorie di attrici completamente diverse, in particolar modo per il loro rapporto con il pubblico: Nicole Kidman ha una regalità holliwoodiana, la gente non sente di potersi facilmente identificare con lei. Il pubblico medio invece si identifica con Jodie che ha uno splendido carattere ed è molto comprensiva nei confronti degli altri. Inoltre se siamo sorpresi quando Nicole ci dà una grande prestazione come attrice, da Jodie ce lo aspettiamo sempre.   Nel film cè una bella descrizione di una donna ossessionata dal ricordo del marito e dal rapporto che il marito ha con la sua nuova donna. Perché ha deciso di descrivere una persona in questa situazione?   Meg è una donna tradita, che si sente instabile; si trova in un momento particolarmente fragile della sua esistenza. Deve rivalutare tutta la sua vita e il rapporto con sua figlia, perché le viene spontaneo appoggiarsi a lei ma questultima non si sente di darle appoggio incondizionato. Il problema non è che il marito stia con unaltra ma il fatto che lei è stata sostituita e ora si deve ricreare un altro sistema satellitare a cui appoggiarsi. E in attesa di capire   Lei non scrive mai i suoi film. Da dove nasce una scelta così rigorosa?   Non ho talento, non recito neanche nei miei film perché non ho talento neanche in quello. Lascio la scrittura agli scrittori. Il mio apporto è un altro, lunica cosa in cui penso di essere bravo: io leggo il lavoro degli sceneggiatori immedesimandomi nel pubblico e poi confronto le mie impressioni con quelle degli scrittori. In questo tipo di confronto sono molto bravo, li aiuto molto e ottengo ciò che voglio!   Però ha recitato in essere John Malkovich?   Mi ci hanno un po intrappolato
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