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Incontro con Shahrukh Khan, il Tom Cruise d'India

Arriva nelle sale, distribuito dalla 20th Century Fox, "Il mio nome è Khan", kolossal girato tra India e Stati Uniti. Un dramma sulla tolleranza e sulle conseguenze dell'11 settembre. Abbiamo incontrato il protagonista

Il mio nome è Khan - Shahrukh Khan

23.11.2010 - Autore: Pierpaolo Festa
“Questo film è stato visto in tutto il mondo perché la storia che cerchiamo di raccontare è davvero semplice:  parliamo della pace e di come sia necessaria la tolleranza nei rapporti umani. Viviamo in questo mondo bellissimo e speriamo di tirare fuori il meglio dalla nostra vita, ma più siamo andati avanti col tempo più abbiamo scelto la guerra” – Così parla Shahrukh Khan, come un guru, e davanti a lui centinaia di persone pendono dalle sue labbra. Definito il "Tom Cruise del cinema indiano", Khan continua a parlare del film dicendo: “A Bollywood viene realizzato il maggior numero di pellicole, ma questo è un film importante per fare capire il vero significato del nostro cinema in tutto il mondo”. Di religione musulmana, Khan ha sposato una donna indù (la produttrice Gauri Khan) dalla quale ha avuto due figli: “Sono musulmano e ho ricevuto tutti gli insegnamenti di tolleranza dal Corano. Sono cresciuto in un ambiente Indù e ho anche studiato dai Gesuiti. Durante la mia formazione ho capito che tutti insegnano la stessa cosa: la gente sostiene che ci sia una religione che domina su tutte, ma la verità è che il messaggio è sempre lo stesso. E se capisci questo, capisci la tua religione meglio”.

Shahrukh Khan e Kajol in Il mio nome è Khan

E l’attore si apre totalmente ai suoi fan, rivelando anche il suo lato oscuro: “Direi che sono come un tipo affetto da personalità multipla! Penso di essere due persone, quello che lavora sui set per fare felici tanti fan e intrattenerli, e poi c’è l’uomo che ama vivere recluso. Una persona molto sola e silenziosa. Gli amici pensano che io sia schizofrenico. La verità è che farei qualunque cosa per fare felice il mio pubblico e se non lavoro cado in depressione e mi isolo. Sono capace di stare per giorni sul mio letto a fissare il muro!”.

Shahrukh Khan

“Sono vent’anni che faccio l’attore - continua Khan - e ho interpretato una settantina di film. All’inizio volevo essere un regista di spot televisivi. Nel ’90 mi sono trasferito a Mumbai: doveva essere un piccolo viaggio, ma è finita che gli amici della mia città natale stanno ancora aspettando il mio ritorno dopo vent’anni!”.  In quanto a Hollywood, la superstar ci scherza sopra: “Sarà certamente difficile per un regista dell’ovest scrivere un film su un quarantacinquenne indiano. E poi non credo che potrei offrire qualcosa di speciale a Hollywood: non sono un grande ballerino come John Travolta e non conosco nemmeno il Kung Fu! Il mio sogno è un film che sia una co-produzione tra stati asiatici e che abbia un messaggio di pace e tolleranza. Certo… se un giorno mi offriranno il ruolo di Bond, ne riparleremo!”.  

Per saperne di più

Il trailer di Il mio nome è Khan