Alla fine anche lui pensa di essere dotato di superpoteri. Nella scena finale di “The man who stare at goats” Ewan McGregor lascia capire che l’esperienza sul campo di battaglia assieme agli strambi personaggi di George Clooney, Jeff Bridges e Kevin Spacey, lo ha profondamente toccato. Ok, lì interpreta una parte, ma qualcosa di quell’esperienza lo avrà coinvolto al di là del lavoro? Glielo abbiamo chiesto in un incontro a cui ha partecipato anche il regista del film, Grant Heslov, realizzato allo spazio della Regione Veneto, poco dopo la conferenza stampa del film.
McGregor: Più che un film sulla guerra in Iraq, questa mi sembra la storia di un uomo che va alla ricerca di sé stesso. Parte perché la moglie lo ha tradito, cerca conferme. Non è convinto di quello che fa, ci si trova dentro quasi dentro senza volerlo. Tutto ciò che gli capita lo porterà ad identificarlo, a trovare la propria strada, a rimettere assieme i pezzi. E’ una storia che, se si levassero i particolari, appartiene e si adatta a tutti noi.
Quali sono stati i momenti che l’hanno divertita di più durante le riprese?
McGregor: E’ stato divertente quando siamo stati tutti e quattro contemporaneamente sul set, io, Clooney, Spacey e Bridges. C’era una bella atmosfera, si scherzava. Sul set il clima è stato molto bello. Grant Heslov lavora a ritmo sostenuto, non gira mai di due o tre volte la stessa scena riuscendo così a dare sempre freschezza a tutto. Mi è capitato alcune volte di ripetere la stessa scena per un intero giorno, un metodo totalmente diverso.
Qual è la cosa che le piace di meno del suo lavoro?
McGregor: Odio le attese. Non solo durante le riprese, quando per il trucco o per sistemare una scena si devono attendere ore, ma anche le pause tra un bel film e un altro: le opportunità di potere lavorare a progetti ambiziosi e coinvolgenti non sono continue, a volte bisogna aspettare anche anni.
Come è avvenuta la genesi del progetto?
Heslov: L’autore della sceneggiatura del nostro film, Jon Ronson, quando venne a sapere dell’esistenza di un gruppo di militari impegnati nello sviluppo di armi psichiche, dopo attente ricerche, ha prima realizzato un documentario e dopo ha scritto il libro. Questo film quindi è il terzo atto della sua attenzione verso questa storia così particolare. Tutti gli attori hanno visto il documentario in modo da potersi ispirare ai reali protagonisti di quetsa vicenda. L’unico personaggio completamente inventato è proprio il giornalista interpretato da McGregor.


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In guerra per un cuore infranto
Abbiamo incontrato Ewan McGregor e Grant Heslov, protagonista e regista di "The man who stare at goats".

09.09.2009 - Autore: Andrea D'Addio